Nel Fermano oltre 200 sfollati

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Venerdì 26 Agosto 2016, 05:00
IL BILANCIO AMANDOLA A fianco alla paura, quella che ti logora il morale e il fisico, che non ti abbandona, il giorno dopo l'inferno delle grandi scosse telluriche arrivano l'amarezza e lo sconforto. Il resoconto post terremoto, ad Amandola, è drammatico. Ma è anche il giorno per raccogliere le forze, morali e fisiche per rimettere in piedi il futuro della cittadina.
La battaglia
Nel Fermano, dove gli sfollati sono oltre 200, i problemi più gravi sono qui. In prima linea il sindaco Adolfo Marinangeli (stimolato anche dalle telefonate della presidente della Camera Boldrini e dal segretario del ministro Lorenzin) che tira le fila della reazione della popolazione, gente dura, di montagna, abituata a non arrendersi. Mai. E quindi si comincia, naturalmente dall'ospedale, fatto evacuare per motivi di sicurezza. Marinangeli si lancia subito in avanti. «Vogliamo rendere funzionale la struttura entro 6 mesi. E' una sfida che mi prendo. Il Comune è pronto a metterci del capitale di investimento in un'operazione rapida di ristrutturazione, con proprio personale tecnico, in base a eventuali deleghe di funzioni da parte dell'Asur o a entrare come partner. Questo terremoto sta dimostrando ancor più l'indispensabilità di avere un ospedale forte e molto fornito di servizi nell'area montana, proprio perché questa è zona altamente sismica. Quindi l'ospedale non solo va ripristinato con tutti i sistemi di sicurezza in breve tempo, ma va ancor più potenziato nei servizi sanitari proprio per avere maggiori certezze sanitarie in un'area soggetta a terremoti, quindi a disastri».
Il summit
Ieri mattina si è svolto un incontro tra lo stesso sindaco di Amandola e il direttore generale dell'Asur delle Marche, Alessandro Marini, accompagnato nel cuore dei Sibillini dalla direttrice sanitaria Storti e da quello dell'Area vasta 4 Licio Livini. Hanno visitato tutte le aree dell'ospedale per rendersi conto dei danni. Presente la direttrice del Murri di Fermo Fiorenza Padovani. L'altro ieri in visita anche l'assessore regionale al bilancio Fabrizio Cesetti e ieri il senatore Francesco Verducci, che ha ricordato come «l'ospedale sia un punto di grande rilievo per il territorio. Quindi fatti i dovuti rilievi occorre tornare a dare continuità ai servizi già esistenti in modo rapido». Già la velocità nel ripristino! Lo spauracchio di molti, lavoratori ma anche cittadini, è uno solo: che si possa trasformare in una lentezza letale, per non riavere più il nosocomio, minimo come lo è stato fino ad ora.
La sfida
«Sono sicuro che il presidente della Regione Ceriscioli dice sempre Marinangeli - accetterà la sfida di dimostrare che la pubblica amministrazione sa dare risposte in tempi brevi specialmente quando ci sono in ballo questioni di primaria importanza per la vita delle persone». Per ora nel nosocomio rimangono aperti il punto di primo intervento e la Radiologia per le urgenze. Da lunedì prossimo aprirà il punto prelievi per le analisi, dice il direttore sanitario D'Angelo. Possono rimanere ad Amandola alcuni addetti al front office e il servizio veterinario. Il resto delle mansioni sono trasferite al Murri di Fermo, dove sono stati trasportati i degenti di Medicina, mentre gli ospiti della Rsa sono all'Inrca fermana. Ma la situazione amandolese è drammatica anche per le moltissime strutture lesionate.
Gli altri problemi
Quelle pubbliche d'interesse culturale tutte chiuse: teatri (La Fenice e Collegiata), Chiostro di San Francesco, il Museo del Paesaggio, palazzi storici. Non esiste una chiesa accessibile, a cominciare dalla Basilica del Beato Antonio a quella di San Francesco che ha perso la sommità del campanile. Anche il convento delle monache Benedettine ha subito danni, specialmente la chiesa e l'area ospitalità. Più sicura la zona residenziale per le religiose, ma ieri notte alcune di loro, per sicurezza, hanno dormito in giardino sotto una tettoia di legno. Danni a uffici comunali e sala consiliare. Tante le abitazioni con gravi lesioni, interne ed esterne. Nel centro storico, ma anche in campagna, specialmente nelle frazioni di San Cristoforo, dove ci sono stati crolli di abitazioni, San Pietro e Vesciano. Tanto che ieri pomeriggio, il prefetto Mara Di Lullo ha convocato proprio ad Amandola il Centro coordinamento soccorsi con rappresentanti di Provincia, Asur, Protezione civile regionale, forze di polizia e i sindaci di Amandola e Montefortino.
Francesco Massi
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