Fdi critica il sacerdote e le politiche sui migranti Romanella: «In troppi rincorrono queste vicende»

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Sabato 23 Luglio 2016, 05:00
LE REAZIONI FERMO La città lacerata. Di nuovo. Prima dallo morte di Emmanuel, dalla dinamica della colluttazione, originata da un insulto razzista di Amedeo Mancini e dal polverone mediatico. Ora, mentre faticosamente si cercava di tornare alla quotidianità, un altro terreno di scontro nasce nell'arresto dei due ultrà presunti responsabili degli attentati nelle chiese fermane.
La speranza
«Pensavo e speravo che le parole del vescovo avessero fatto da spartiacque - commenta il sindaco Paolo Calcinaro -: nessun attore può dirsi immune da sbagli: sottovalutazione di sentori di razzismo strisciante presenti nella società, fermana al pari di quella italiana, ma anche tentazioni su incauti giudizi della primissima ora anche riguardanti affrettati dettagli appartenenti al livello processuale, spettante alla magistratura. Ora la nostra Fermo così danneggiata dalla esposizione mediatica esagerata, non deve trasformarsi in un nuovo campo di battaglia, dove si cerca consenso politico attraverso slogan invece di ragionamenti, dove si gioca a distruggere credibilità e tradizioni di solidarietà verso fragili e disabili, dove ci si divide in fazioni di anti scordandoci il compito di ricostruire. Chi ha ruoli di responsabilità cittadina guidi questa ripartenza invece di assumere ruoli dentro processi penali, peraltro tutt'altro che di univoca lettura. Questo ci è stato chiesto in un'omelia che richiedeva più coraggio che urla, durante la quale in tanti annuivano salvo poi dimenticarla, o peggio tradirla, già nelle ore successive». La resa dei conti, però, prosegue. Fratelli d'Italia ha affidato ai muri un duro manifesto contro don Vinicio Albanesi, e in una nota del coordinamento provinciale, ha parlato di neorazzismo come forma moderna di reazione alla spregiudicata politica immigratoria. Il partito di Giorgia Meloni, attraverso Nicola Cascello, ieri è tornato sul tema. «Il neorazzismo è ingiustificabile e va estirpato, ma dobbiamo capire cosa lo scatena. Senza un esame completo di ciò che lo provoca siamo punto e a capo. La paura è data dalla mancata conoscenza di ciò che succede e del perché, La politica dei migranti è sconosciuta. I social fanno il resto. Accogliere è un atto dovuto, ma sia anche consapevole». Secondo la sinistra cittadina, invece, «esiste, intorno a settori degli ultras, un ambiente violento e sconsiderato, infarcito di parole d'ordine razziste e xenofobe, contiguo a gruppi neofascisti come Casa Pound e Aries: un coacervo reso pericoloso da un decennio di propaganda razzista che a Fermo è stato sottovalutato o persino blandito». L'altra Fermo e L'altra Europa-Sinistra unita contestano la definizione di anarchici data a Marco Bordoni e Martino Paniconi: «Sono con evidenza legati allo stesso contesto e nutriti della stessa retorica fascistoide e violenta di Mancini. Non è un caso che il braccio istituzionale di questi gruppetti, Fratelli d'Italia, esca con un vergognoso manifesto contro don Vinicio. Don Vinicio aveva ragione nell'intuire che questi gesti criminali sono maturati nello stesso ambiente. Serviva alzare la voce e sollevare il velo di ipocrisia provinciale diffuso da una preoccupante zona grigia. Quest'ultima non è meno pericolosa dei violenti, perché più diffusa e può far sentire la legittimazione delle azioni criminali».
Le ragioni
Non si spiega le ragioni del muro contro muro Luciano Romanella. «Credo che le forze politiche e tutti coloro che rivestono ruoli nell'amministrare la cosa pubblica dovrebbero interrogarsi di più e commentare di meno. In queste due storie non c'entrano il razzismo, l'ideologia politica, l'odio contro i preti e le chiese. Amedeo Mancini è un bullo di paese. Quanto ai presunti bombaroli, sono soggetti semplici, ignoranti. Questo non significa sottovalutare l'accaduto, ma non capisco questa corsa di certi movimenti politici per portare acqua al proprio mulino».