Cento case a luci rosse sulla costa La frontiera del sesso a pagamento

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Sabato 22 Ottobre 2016, 05:00
LE INDAGINI FERMO Il mondo della prostituzione cambia pelle e si adegua alle esigenze del mercato: meno ragazze in strada e molte di più dentro gli appartamenti con meno rischi e logicamente molti più guadagni. La notizia choc arriva a pochi giorni da gli ultimi blitz della polizia e mostra un quadro per niente confortante: gli appartamenti a luci rosse sulla costa fermana sono aumentati a dismisura, se ne contano infatti almeno un centinaio. E il conto è presto fatto: due ragazze in media per ogni casa squillo porta a 200 professioniste del sesso tra Porto San Giorgio e il quartiere Fratte di Porto Sant'Elpidio, tutte al lavoro al chiuso.
Merce umana
Un giro vorticoso di merce umana e un colossale affare per la malavita che ormai da anni gestisce questo florido mercato del sesso a pagamento con introiti da capogiro. Quello che emerge anche è una realtà spietata con centinaia di ragazze sul mercato, gruppi criminali che si sono spartiti le attività illecite spadroneggiando nella zona e un parco clienti che presenta numeri impressionanti. Gli investigatori del commissariato di Fermo stanno indagando, ma la guerra è appena ricominciata come hanno confermato anche i cinque appartamenti smantellati tra Lido Tre Archi e Porto San Giorgio nelle ultime settimane. L'inferno del mercato del sesso presenta il vecchio clichè di promesse per un futuro idilliaco e comincia al momento della partenza delle ragazze, quasi sempre straniere, con proposte accattivanti che propagano il mito del paradiso Italia colonizzando l'immaginario di centinaia di ragazze africane e dell'Est. Ragazze povere, spesso con famiglie a loro carico, che si fanno ingannare dalla promessa di soldi facili. Poche sanno quello che le aspetta, la stragrande maggioranza crede invece che in Italia troverà un lavoro vero. Contraendo un debito con i trafficanti, approdano nelle nostre città dopo viaggi interminabili.
La maman
All'arrivo, le aspettano le maman, che siano negre o bionde, un nome ingannevole per indicare vere e proprie magnaccia al femminile che agiscono per conto terzi e sfruttano il corpo di altre donne. Confiscano loro il passaporto e le buttano per strada o dentro un appartamento. La logica schiacciante del debito, le ramificazioni allargate del controllo delle schiave e l'omertà fanno il resto. Minacce, ritorsioni e terribili punizioni, sono il deterrente finale. Poche riescono ad uscire dal giro, le nigeriane sono quelle più terrorizzate all'idea di ribellarsi. Ai papponi non si sfugge più e per saldare il loro terribile debito, sempre in aumento, sono costrette a sottoporsi ad anni di schiavitù sessuale in un vissuto quotidiano fatto anche di violenze. Ma quelle più profonde, sono le cicatrici della mente.
Interessi ramificati
Il commissariato di Fermo, guidato dal dirigente Leo Sciamanna e sotto l'impulso dato dal questore Mario della Cioppa. ha organizzato una specie di task force con l' obiettivo di smantellare questa rete di prostituzione che va avanti da decenni infestando interi quartieri e portandosi dietro un ventaglio di criminalità con ramificati interessi in molti settori della malaffare.
Da giorni sono in atto controlli straordinari, indagini che toccano le ragazze, chi li gestice e, novità di rilievo, anche clienti. In poche parole gli inquirenti del commissariato avrebbero già stilato una mappa delle abitazioni dove si esercita la prostituzione. Si tratta di una gigantesca operazione che coinvolge anche gli aspetti amministrativi del fenomeno e cioè coloro che affittano gli immobili. Ogni ragazza che risponde alla telefonata di un cliente deve immaginare che dall'altra parte del telefono c'è invece un poliziotto e non un cliente, e ogni cliente a sua volta deve pensare che quando chiama una prostituta per fissare un appuntamento potrebbe essere intercettato. L'obiettivo è smantellare l'intera catena.
Luciano Sgambetterra
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