Stranoto e leggendario a Roma già dagli anni ‘70, poco conosciuto fuori dal raccordo anulare e dai ritrovi giusti, Fagioli era lo psicoanalista che dava la linea, anche politica; l’animatore di assemblee trasformate in psicoterapia di gruppo; l’idolo delle signore romane dei salotti radical-chic, di schiere di freudiani pentiti («Freud? Un imbecille!», assicurava il re dei «fagiolini»), di seguaci giovani e attempati in crisi esistenziale, di plotoni di militanti che a sinistra si rivolgevano a lui e potevano dirsi massimalisti nel senso di: «Massimo, dacci la linea!». E il Maestro, che ora è morto a 85 anni, aveva fascino e carisma, una sua genialità e una sua astuzia. E l’indecifrabilità scientifica è stata la chiave del suo successo pop. Scandito in opere come: Teorie della nascita e castrazione umana, La marionetta e il burattino, Istinto di morte e conoscenza. Grazie a me la psiche dell’uomo entra in politica: di questo era convinto, di questo ha convinto sterminate tribù, tra millenarismo, nuovo umanesimo, amore&psiche e ammonimenti del tipo: «Il desiderio di succhiare lo sperma fisico è cecità» oppure «bisogna distinguere la buccia dal fico, non fare come gli antichi che mangiavano la buccia e buttavano il fico».
SUPER IO
Era una sorta di Super Io del goscismo alla moda. «Freud racconta solo fregnacce», era uno dei suo mantra psicoterapeutici diffusi dal cuore di Trastevere, in via Roma Libera numero 23, all’angolo di piazza San Cosimato, che era il cuore della predicazione (gratuita) del santone e qui sabato ci sarà una cerimonia in suo ricordo. La toponomastica «fagiolina» comprende anche la casa editrice l’Asino d’oro e Left, settimanale d’area vendolismo spinto (ma il Mastero su Nichi: «Non può essere omosessuale, cattolico e comunista allo stesso tempo, va curato» e comunque «l’omosessualità non fa star bene») di proprietà del figlio di Raul Gardini (Ivan) e del marito di sua sorella Ilaria: l’ex enfant prodige di certo sinistrismo che risponde al nome di Luca Bonaccorsi. E così Left saluta adesso il suo sacerdote: «Massimo ossigenava il pensiero degli altri». Per esempio con la sua celebratissima «Teoria sulla nascita»: «Il pensiero umano inizia dalla nascita con la reazione alla luce, attraverso la retina, del corpo del neonato».