Regionalismo che rafforzi la difesa del bene comune

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Lunedì 15 Dicembre 2014, 06:42 - Ultimo aggiornamento: 09:54
ENZO GIANCARLI*
Si è riaperta la discussione, anche con una proposta di legge dell'onorevole Morassut, sui confini e sull'accorpamento delle Regioni italiane. In questi anni in Consiglio regionale, già a partire dal mio primo intervento in aula nell'aprile 2010, ho posto più volte questo problema; dapprima riguardo alla necessità di ricostituire l'unità storica delle Marche (ovvero far ritornare nella nostra regione quei sette Comuni del Montefeltro trasferiti in Emilia Romagna). A questo proposito considero inaccettabile e provocatoria qualsiasi proposta di accorpamento che attenti all'unità delle Marche. Successivamente, in particolare nell'assestamento 2013 e nel bilancio di previsione 2013, ho avanzato una riflessione in merito alle politiche centraliste che di fatto in questi anni sono andate avanti; non si è mai realizzata, cioè, la regionalizzazione intesa come piena autonomia e piena responsabilità dei territori. E allora, se l'esigenza è di carattere regionalista e autonomista, mi è venuto spontaneo sollevare il problema della rispondenza geografica delle regioni, nello spirito del pensiero federalista di Carlo Cattaneo, o molto più di recente delle indicazioni della Fondazione Agnelli, quando ha proposto, nel nostro caso, l'aggregazione Marche-Umbria. Pertanto, dal mio punto di vista, nella riorganizzazione dello stato e delle sue articolazioni, e non penso soltanto ai rami alti del Parlamento o alla modifica del titolo V della Costituzione, ma anche alla spinta dal basso per nuove aggregazioni comunali, le regioni devono ottimizzare le proprie dimensioni in un quadro europeo. Giacché parliamo di risorse pubbliche, è importante, ovviamente, l'efficacia e il contenimento della spesa; ma è fondamentale ripensare la regione come luogo di democrazia e partecipazione, ma anche luogo delle decisioni, che debbono essere rapide e garantire trasparenza ed efficienza. Interpretare i bisogni e le esigenze dei territori, promuovere politiche di crescita economica e culturale, tutelare l'ambiente e le bellezze storiche e paesaggistiche: un regionalismo che rafforzi le identità e la difesa del bene comune. Servono pertanto nuovi contesti regionali per affrontare nuovi orizzonti e vincere inedite sfide.
*consigliere regionale del Pd