Ipotesi di omicidio colposo Rischiano medico e genitori

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Domenica 28 Maggio 2017, 05:00
L'INCHIESTA
ANCONA Bastava qualche blister di amoxicillina, un comune antibiotico usato anche in pediatria, per risparmiare a un bambino di sette anni questa fine atroce. E adesso ci sarà un'inchiesta per capire chi ha sbagliato a insistere troppo a lungo con quei rimedi da medicina alternativa. È aperto un fascicolo per omicidio colposo sulla morte di Francesco e l'inchiesta dovrà anzitutto ricostruire bene come si sono sviluppati negli ultimi quindici giorni i rapporti tra i genitori del bambino e il dottor Massimiliano Mecozzi, a cui s'erano affidati per curare un'otite, preferendo il suo curriculum da guru della medicina omeopatica a quello della pediatra di famiglia. Perché se è scontato che il medico con studio a Pesaro sarà indagato, per un'ipotesi di colpa medica legata all'eventuale scelta imprudente di non somministrare antibiotici nonostante i sintomi persistessero, l'indagine finirà - con un passaggio doloroso ma inevitabile in casi così drammatici - per monitorare anche il comportamento dei genitori, che rischiano anch'essi un'accusa di omicidio colposo.
Il ruolo di garanzia
Si dovrà chiarire se abbiano esercitato con la dovuta diligenza il loro ruolo di garanzia nei confronti del minore oppure l'abbiano colpevolmente lasciato in balìa di un professionista delle cure alternative, venendo meno all'obbligo - che per la giurisprudenza penale rientra nel contenuto della potestà genitoriale - «di tutelare l'integrità psicofisica dei figli minori, anche prevenendo e impedendo possibili pericoli e pregiudizi provenienti da terzi». Già prima che fosse dichiarata la morte cerebrale di Francesco, il Salesi aveva trasmesso una segnalazione anche alla Procura dei minori, procedura di routine che si attiva quando un under 18 è ricoverato in condizioni molto gravi per avviare forme di tutela nei suoi confronti.
La visita a domicilio
Gli atti dell'indagine, ancora carico di ignoti, sono stati trasmessi dalla procura di Ancona a quella di Urbino per competenza territoriale. Due giorni prima di essere trasferito al Salesi il bimbo era stato visitato nella sua casa di Cagli dal medico omeopata che lo aveva in cura: l'eventuale reato colposo sarebbe avvenuto nel Montefeltro, mentre i medici del Salesi Ancona hanno fatto tutto il possibile per tamponare una situazione già molto grave. Servirà un'autopsia comunque per fare chiarezza su tempi e modalità del decadimento clinico del bambino.
Oltre alla condotta dell'omeopata, sarà valutato anche il comportamento dei genitori nell'affrontare l'otite del bambino, una patologia che si manifesta con segni ben visibili: un dolore che fa piangere, gonfiore al volto e sonnolenza fino al torpore. Si sono semplicemente fidati, convinti della bontà delle cure omeopatiche, di un medico comunque iscritto all'Ordine professionale e con una vasta platea di pazienti? Oppure avrebbero dovuto capire, visto che l'otite comunemente riconosciuta come pericolosa per i bambini, che siccome la febbre non scendeva dovevano rivolgersi alla pediatra o a un altro medico convenzionale. O addirittura portare il bambino al pronto soccorso prima di quanto non abbiano fatto.
Le accuse del nonno
A sentire il nonno materno Maurizio, che annuncia denunce contro l'omeopata, i genitori di Francesco hanno tutt'altro che sottovalutato l'otite, ma sarebbe stato il dottor Mecozzi a spaventarli sulle conseguenze di un ricovero. «Quando mia figlia lo supplicava di poter portare il bimbo in ospedale perché lo vedeva peggiorare - è la versione del nonno -, lui le ha risposto che gli avrebbero somministrato tachipirina, che avrebbe rischiato di diventare sordo o finire in coma epatico». Un racconto di parte, quasi incredibile per come descrive la condotta di un medico, da mettere a confronto con quella del dottor Mecozzi, che ieri è rimasto in silenzio.
l. s.
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