«Dobbiamo puntare su qualcosa di unico»

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Domenica 31 Luglio 2016, 05:00
L'intervista
Nardo Filippetti, mister Eden Viaggi, di strategie imprenditoriali per un turismo di successo, se ne intende. In più ama le Marche, tanto da realizzare nella sua città - Pesaro - il primo albergo a cinque stelle della regione e l'hotel in legno più alto d'Europa.
Filippetti guardi le Marche dall'alto: a che punto siamo con il rilancio di questa regione?
«Siamo al punto di partenza, ma guardi che anche nel resto d'Italia le cose non sono poi tanto diverse. Ed è così da sempre purtroppo».
Cosa farebbe lei per muovere il primo passo verso una promozione turistica che produca risultati efficaci?
«Intanto farei un inventario di quello che abbiamo. Questa è una terra di eccellenze, ce ne sono davvero tante, ma non sappiamo mai su cosa puntare veramente. Scegliamo qualcosa che ci caratterizza davvero e iniziamo a farla conoscere cercando di esportare unicità non una moltitudine di particolarità».
E lei inizierebbe da...
«Le dico su cosa non punterei mai: sul mare e sulla spiaggia. In Italia ci sono seimila chilometri di costa e questo tipo di turismo non ha bisogno di promozione. Va da sé per due mesi all'anno. Occorre invece valorizzare qualcosa che altre regioni non hanno».
Non è semplice scegliere.
«Per bucare nella comunicazione e raggiungere una grossa fetta di mercato occorre avvalersi di esperti. Non basta la buona volontà di uno scrupoloso dirigente regionale, servono professionalità al servizio del turismo. Nelle Marche ci sono industriali e imprenditori che hanno fatto la storia economica della regione: chiamiamoli a un tavolo con i loro esperti di marketing e strategia. Vediamo cosa si può fare tutti insieme e soprattutto dove vogliamo andare».
Lei ama le sfide difficili: cosa le hanno insegnato tutti questi anni sulla cresta dell'onda?
«Che con il turismo non si esporta un prodotto ma si importano clienti che spendono nel nostro territorio: bisogna quindi puntare sui mercati che vogliono le nostre eccellenze».
Per esempio?
«E' inutile andare a promuovere le Marche dove sappiamo che le speranze di ottenere riscontri sono limitatissime. Investiamo nel Paesi che guardano con interesse alla nostra regione senza disperdere energie e soldi inutilmente. Ecco perché sottolineo sempre che occorre una strategia studiata a tavolino nei minimi particolari. Ci vuole anche un po' di umiltà e affidarsi a chi questo lavoro lo sa fare davvero».
E le Marche a che punto sono?
«Il prodotto non manca, le persone che potrebbero dare un contributo concreto per il rilancio del settore le abbiamo: si potrebbe davvero lavorare e iniziare a mettere in fila le nostre eccellenze per decidere su cosa puntare».
In tutto questo l'aeroporto Sanzio potrebbe essere un valore aggiunto?
«Io direi che l'aeroporto può davvero volare ma occorre anche in questo caso decidere che cosa fare dello scalo. Non è una cosa semplice: in Italia ogni 35 chilometri ce n'è uno...»
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