Brusche frenate poco prima degli autovelox per evitare la multa In arrivo un intervento per la manutenzione del guardrail

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Giovedì 25 Maggio 2017, 05:00
IL REPORTAGE
ANCONA A tratti sull'asse nord-sud sembra di percorrere una strada di campagna, altri un autodromo dove dare gas. Pezzi di asfalto sbriciolato lasciati sulle corsie, la folta vegetazione che ingloba i guardrail e l'assenza, in alcuni punti, di segnaletica orizzontale. Tanto per far regnare un po' di anarchia tra gli automobilisti che spingono sull'acceleratore come forsennati, senza badare troppo ai limiti di velocità, con il rischio di causare gravi incidenti.
Sono 28 quelli rilevati sull'asse dai vigili urbani negli ultimi 16 mesi. Per non parlare delle brusche frenate di cui si rendono protagonisti, soprattutto all'altezza dei due autovelox fissi. Insomma, tra conducenti indisciplinati e una manutenzione che a volte scarseggia, a chi percorre l'asse per la prima volta potrebbe balenare il pensiero di trovarsi lungo una strada secondaria e non sull'arteria principale che collega la periferia con il centro cittadino. Certo, dopo il rifacimento del manto stradale e dei giunti, la situazione è cambiata. Le condizioni della strada sono migliorate, ma ancora c'è tanto da fare per mettere in sicurezza una strada che ogni giorno è transitata da migliaia di persone. Lo dimostra l'incidente che martedì pomeriggio ha strappato alla vita Claudio Di Matteo, il finanziere sbalzato dalla sella del suo scooter dopo lo schianto con una Lancia Y guidata da una 73enne. Il sinistro è avvenuto nella corsia sud, poco dopo l'ultima galleria dell'asse. Poco probabile che con la morte dell'appuntato scelto c'entri il fattore legato al manto stradale, ma alla luce di quanto accaduto è comunque necessaria una riflessione sul contesto che riguarda le condizioni dell'asse.
Il percorso mozzafiato
Nei tratti percorsi, com'è la situazione quotidiana che gli anconetani devono affrontare? Cominciamo dall'imbocco con via Bocconi, fresco di restyling. Proseguendo verso la Baraccola, per alcune centinaia di metri non si riscontrano grossi problemi. Forse, il maggiore è rappresentato da chi arrivando in accelerazione da via Bocconi, sfreccia come un fulmine in barba al divieto di superare i 70 km/h. La galleria all'altezza del ristorante Baldì in passato ha riservato grandi sorprese. Quasi sempre spiacevoli. Come non ricordare pochi mesi fa la pioggia calcinacci venuta giù dal tunnel. A fine febbraio, quando ancora tutti i cantieri erano aperti, ad essere investito da pezzi di cemento era stato il parabrezza di un furgone frigo, in transito in quel momento. Per il conducente, nessuna ripercussione. Il traffico, invece, era andato in tilt. All'origine del distaccamento ci sarebbero state delle infiltrazioni al livello della volta del tunnel.
L'inizio dell'odissea
Proseguendo il viaggio, dopo la galleria e l'uscita per Tavernelle, la situazione degenera. Verso l'università in quel tratto di strada dove l'amministrazione comunale è arrivata in modo parziale - la strada diventa bicolore. Non per una moda urbanistica, ma per la serie di toppe e rattoppi fatta negli anni al manto stradale. Fino all'uscita per Brecce Bianche, la segnaletica orizzontale è pressoché invisibile, tanto da rendere impossibile il riconoscimento della corsia di emergenza. Stessa situazione sulle rampe di immissione. Gli automobilisti rischiano di non capire se, dove e quando occupare la carreggiata per entrare sull'asse. A rendere la carreggiata una giungla sono le folte chiome di alberi e arbusti che spuntano a destra e a manca, sia verso il muretto che costeggia la corsia sud, sia al centro del guardrail che divide i due sensi di marcia. Ecco spiegata la sensazione di trovarsi in campagna.