Banche, chiesti 480 milioni agli ex vertici

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Domenica 7 Febbraio 2016, 04:50
ANDREA D'ORTENZIO
Roma
La settimana, questa volta, sembrerebbe essere quella conclusiva. Le misure per “rafforzare il sistema bancario”, dalle Bcc, all'accelerazione del recupero crediti fino alle norme attuative dell'accordo Ue per le garanzie sulla cessione dei crediti (e forse anche gli indennizzi per i risparmiatori) arriveranno al consiglio di ministri, probabilmente già mercoledì 10.
Se sul testo della riforma delle Bcc sembra oramai essere stato raggiunto un punto di accordo, occorrerà vedere se mercoledì ci saranno anche le norme sugli indennizzi degli obbligazionisti delle 4 banche (Cariferrara, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria). Il presidente delle 4 'nuove' Roberto Nicastro non si sbilancia sulle ipotesi di massimo 100mila euro da pagare in due rate: “aspettiamo il testo” dice “Sono un migliaio i casi più esposti ma sarà fondamentale l'esame caso per caso perché c'è molta etereogenità fra quei bond”.
Qualcosa forse potrà arrivare, ma in tempi più lunghi, dalle azioni promosse contro ex vertici e altri coinvolti nella vicenda. “Abbiamo chiesto 480 milioni di euro a 76 soggetti presunti responsabili, tra organi di gestione e di controllo, manager e società di revisione”, spiega e questi proventi potrebbero andare almeno in parte ai risparmiatori.
Il ministro Pier Carlo Padoan lo conferma alla scuola di formazione politica del Pd dove, con l'ausilio di alcune slide, illustra le misure attuate dal governo e quelle in cantiere nella 'scienza triste' dell'economia. Certo, avvisa il ministro, “non ci sono scorciatoie per la crescita” ma l'esperienza Usa dove la ripresa è stata più rapida insegna che “prima si doveva riparare il sistema finanziario e poi fare l'aggiustamento di bilancio” mentre in Europa si “è fatto l'inverso” perdendo anche tempo nell'attuare l'Unione Bancaria che ora “stiamo recuperando”.
Insomma le banche rafforzate e in grado di sfruttare appieno il “potente” strumento del Qe della Bce sono necessarie per dare quella spinta alla ripresa del paese che dopo anni di recessione è tornato a crescere e vedrà un calo del debito nel 2016 dopo anni, debito che resta un nostro punto debole per il cui calo il sistema migliore è appunto “la crescita”.
Il sistema creditizio italiano “è solido” ed è riuscito a passare la caduta di quasi 10 punti di Pil accumulando sì sofferenze visto che finanzia la gran parte dell'economia ma senza “maggiori crisi bancarie” e soprattutto senza ricevere 240 miliardi di aiuti di Stato come in Germania (in buona parte sotto forma di garanzie ndr) soprattutto per gli istituti pubblici. Nella slide, esibita più volte in questi mesi, l'Italia è ultima nei paesi Ue e attraverso prestiti onerosi (Tremonti e Monti Bond).
Una ennesima frecciata alla Ue che dopo aver varato le norme sulla direttiva Brrd e sul bail in ha chiuso ogni ulteriore possibilità all'Italia, bloccando il progetto della bad bank e permesso, dopo un lungo negoziato, di creare solo un limitato sistema di garanzia statali sulla cessione dei crediti in sofferenza delle banche. Benché solido, dice ora il ministro, il comparto bancario va “rafforzato” e per questo oltre alle misure già varate arriveranno quelle per accelerare il recupero dei crediti con nuove procedure concorsuali. Meccanismi che, tutti assieme, dovrebbero permettere di far partire il mercato delle cessioni delle sofferenze bancarie giunte a 88 miliardi nette (le lorde superano i 200 miliardi).
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