Ussita, sequestrato camping, sindaco
si dimette: «Ricostruire è impossibile»

Il sindaco Rinaldi ed il Presidente Mattarella
Il sindaco Rinaldi ed il Presidente Mattarella
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Venerdì 12 Maggio 2017, 17:18 - Ultimo aggiornamento: 20:20
USSITA - Getta la spugna il sindaco di Ussita Marco Rinaldi, ma il passo indietro - dopo il sequestro di un vecchio campeggio costruito anni fa in area protetta e a rischio idrogeologico - ha il sapore della sfida. «La montagna muore, la ricostruzione post terremoto non parte, e se il quadro legislativo resta questo, non partirà mai». Quasi tutta Ussita, come Visso e Castelsantangelo, è in area «asseritamente vincolata da inedificabilità assoluta, perché sta nella Zona R4 e all'interno del Parco dei Monti Sibillini», dice Rinaldi, che da tempo sollecita una microzonazione sismica di terzo livello. Se così stanno le cose, osserva, «niente prefabbricati, non una casetta di legno, non un solo ripristino dei vecchi impianti sportivi, compreso il Palaghiaccio».

Il sindaco ha 66 anni, è un ingegnere, ed è figlio dello storico sindaco di Ussita e parlamentare Dc Nicola Rinaldi, morto a 101 il 31 agosto scorso, dopo il primo terremoto del 24, che in paese aveva fatto danni ma non tali da far inserire il borgo nel primo cratere sismico. In tasca ha la tessera del Pd, ma davanti a una catastrofe come questa, ripete sempre, «non ci sono collocazioni politiche, si lavora uniti». La battaglia di Marco Rinaldi era cominciata proprio il 24, sull'«inaccettabile» perimetro del cratere. Il 26 ottobre la scossa di magnitudo 5.9 ha reso tragicamente credibili quelle ragioni e il suo «il nostro paese è finito» rimbalzato su tutte le tv. Nessuna vittima, ma l'80% degli edifici crollati o lesionati, e i 400 abitanti tutti sfollati sulla costa, dove stanno tuttora. Tranne 11 irriducibili. «Se non vogliamo scomparire, dobbiamo restare qui, lottare con le unghie e con i denti - diceva -, non farò come Schettino».

E invece oggi arriva il decreto di sequestro preventivo del camping Il Quercione a Pratolungo. L'ipotesi di illecito ambientale e urbanistico è l'aver consentito l'installazione di 5 mobil house e di un gazebo di legno e lavori di scavo nel campeggio, già oggetto di sanatoria. Il Quercione non ospita sfollati, ma alcuni di loro hanno sistemato i propri beni personali lì nei container. «Piangevano, quando sono arrivate le forze di polizia a mettere i sigilli» racconta Rinaldi, che dopo aver consegnato la lettera di dimissioni «irrevocabili» al segretario comunale ha chiamato l'Ansa per annunciare l'addio e la promessa che continuerà a «difendere i diritti dei cittadini».

In questi mesi si è inventato di tutto per accendere i riflettori su Ussita: una proposta di fiscalità agevolata per imprese che volessero investire qui, il Patto della montagna con altri 3 sindaci, la difesa degli allevatori rimasti senza stalle, la resistenza passiva (con mail Pec a Prefettura e Regione) per evitare il trasferimento degli sfollati da un campeggio della costa ad un'altro. Ma non aveva fatto i conti con il provvedimento del Gip Giovanni Manzoni, comunque più veloce delle Sae, anche se il bando per l'urbanizzazione sta per partire. «Ho piena fiducia nella magistratura» sottolinea Rinaldi, che ha 20 giorni di tempo per ritirare le dimissioni, ed evitare il commissariamento del Comune. Vasco Errani l'ha chiamato in serata chiedendogli di ripensarci, «ma io non ci ripenso».
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