Terremoto, 25mila sfollati nelle Marche
Crolli in cento Comuni, paesi evacuati

Una delle strutture aperte a Camerino per ospitare gli sfollati
Una delle strutture aperte a Camerino per ospitare gli sfollati
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Lunedì 31 Ottobre 2016, 05:22 - Ultimo aggiornamento: 18:49

ANCONA - Marche in ginocchio dopo la terribile scossa di terremoto di ieri mattina che ha sconvolto una regione già duramente colpita dal terremoto di agosto e da una settimana terribile di forti repliche. 

La terra ha nuovamente tremato ieri nell'Italia centrale, con un sisma che alle 7.40 ha scatenato una magnitudo di 6.5 - la più forte dopo il terremoto in Irpinia del 1980 - con epicentro tra Norcia e Castelsantangelo sul Nera e un tempo di propagazione delle onde di almeno due minuti. Una ventina i feriti, quasi tutti non gravi, e nessun disperso, ma un bilancio pesante dal punto di vista dei danni agli edifici: interi borghi distrutti, chiese e cattedrali crollate. E poi decine di migliaia di sfollati, che potrebbero arrivare anche a centomila. Sono 25 mila soltanto nelle Marche. Per tutti si sta cercando di trovare una sistemazione.

Sono oltre un centinaio i comuni delle Marche che hanno segnalato crolli. Non si segnalano feriti nelle Marche a seguito del sisma. Sotto il coordinamento della Dicomac operativa a Rieti, le protezioni civili delle varie regioni italiane stanno inviando nelle Marche personale e attrezzature richieste per le esigenze locali manifestate dai sindaci. Sono in arrivo tremila brandine. Il punto della situazione è stata fatto, nel pomeriggio, presso il Cor (Centro operativo regionale) Marche, nel corso di una videoconferenza con la Dicomac (Direzione di comando e controllo della protezione civile nazionale), la Soi (Sala operativa integrata) Macerata e la sala operativa di protezione civile della Regione Umbria. Nelle Marche, insieme alle altre strutture operative, stanno operando, sul territorio, circa 600 volontari (450 del sistema regionale, 10 provenienti dall’Abruzzo, 75 della Croce rossa italiana e 60 dell’Anpas), affiancati da squadre di pronto intervento reperibili, da attivare secondo le necessità. La protezione civile regionale informa, inoltre, che tutti gli ospiti delle varie Residenze per anziani marchigiane che segnalavano lesioni o situazioni da monitorare, anche in via precauzionale, sono stati trasferiti in altre strutture dedicate.


Le strade chiuse
La Salaria al chilometro 150 è stata chiusa a causa di un cavo per l’alta tensione che è finita a terra e per la verifica di tutti i viadotti. La Statale 685 che collega Ascoli aNorcia è stata chiusa al km. 3+700 per un viadotto pericolante e la Provinciale 134 da Ussita a frazione Casali è inaccessibile per una frana. Massi anche sulla Provinciale 135 Visso-Castel Sant’Angelo Sul Nera e sulla 136 Castel Sant’Angelo sul Nera-Castelluccio di Norcia, entrambe chiuse al traffico. La Provinciale 209 «Valnerina» a Villa Sant’Antonio (frazione di Visso) è percorribile a senso unico alternato a causa di diversi crolli di abitazioni. Dopo Visso, invece, in direzione Terni in località Molini di Visso una frana ha bloccato la strada fino al bivio con la Provinciale 476. Non è percorribile la Provinciale 120 Sarnano- Sassotetto che è stata chiusa per frana dal chilometro 5 al chilometro 11. Chiusa pure la strada provinciale 91 da Fiastra a Pian di Pieca (in Comune di S. Ginesio) e la Provinciale 502 al km 49 in località «Cusiano» nel Comune di S. Severino Marche che è stata parzialmente chiusa per il crollo di un’abitazione. Infine è stato vietato il transito della Provinciale 89 Val Fluvione nel centro abitato di «Balzo» Comune di Montegallo.

Il Nera esonda
Si stacca una roccia dopo l’altra con la terra che continua a tremare. Le Gole della Valnerina non hanno retto alle scosse e pesanti massi sono precipitato nel fiume Nera, alle porte di Visso, provocando una parziale esondazione. La grossa frana si è verificata subito dopo la scossa potentissima delle 7.40, nel fiume si è formata un’onda d’acqua dolce che ha invaso la strada, subito chiusa alcune centinaia di metri prima della frana. Il Corpo forestale tiene sotto controllo il livello, che è cresciuto leggermente. A poco più di un km dal centro di Visso, grossi massi sono finiti anche lungo il tratto di strada interdetto. Il torrente Nera ha una portata di duemila metri cubi d’acqua al secondo. «Saranno caduti a occhio 30-40 mila metri cubi di montagna - dice il comandante della Forestale del Parco dei Sibillini, sul posto per un sopralluogo -. Prima di rimuovere la frana bisogna metterla in sicurezza. Il costone della gola è rimasto a sbalzo e può venire giù dell’altro». Una situazione fuori controllo, dal momento che ad ogni forte scossa si staccano pezzi importanti dalle pareti rocciose. Il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini: «L’acqua sta defluendo e questo è motivo di rassicurazione ma rimuovere le rocce cadute é un lavoro enorme e non lo farò eseguire prima che sia tutto messo in sicurezza». 

La scossa di ieri è stata seguita da oltre 200 eventi sismici, e che è stata avvertita non solo nelle regioni centrali ma in gran parte del Paese, da Bolzano a Bari, e molto forte a Roma, dove è stata chiusa in via precauzionale la metropolitana e dove oggi le scuole resteranno chiuse per consentire le verifiche su eventuali danni agli edifici.

Questo nuovo evento sismico ha colpito molte delle aree già interessate dai terremoti del 24 agosto e del 26 ottobre scorsi, e probabilmente per questo motivo non ci sono vittime: i centri storici dei paesi, infatti, erano già stati in gran parte sgomberati e dichiarati zone rosse. Ma questi stessi borghi hanno subito oggi un'ulteriore, pesante devastazione: soprattutto a Norcia, dove la Basilica di San Benedetto e la chiesa di San Francesco sono crollate. La parte alta della frazione di Castelluccio di Norcia è stata rasa al suolo.

Ad Amatrice, è crollata la torre civica e la chiesa di San Benedetto. Pesanti danni al patrimonio architettonico e artistico anche a Civita di Bagnoregio, nel viterbese, e alla chiesa della Collegiata a San Genesio (Macerata). Sono numerose le strade statali e provinciali chiuse nelle Marche, nel Lazio, in Umbria e in Abruzzo per i crolli o per i rischi legati al terremoto. La strada che collega Visso con Norcia è crollata a circa due chilometri dal comune marchigiano ed è dunque totalmente inagibile; chiusi anche tratti della Salaria.

La viabilità, ha sottolineato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcuio, è fortemente compromessa nelle zone colpite e i feriti sono stati portati via con gli elicotteri. Problemi anche alle linee ferroviarie: la circolazione dei treni è stata sospesa in attesa di verifiche lungo le linee Foligno-Terontola, Orte-Falconara, Ascoli-Porto d'Ascoli, Terni-Sulmona, Pescara-Sulmona e poi ripristinata. Molte le utenze rimaste senza luce (ma in serata quasi tutte ripristinate) e problemi con l'acqua potabile. 

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