Terremoto, un incubo nelle Marche
Scosse a ripetizione magnitudo 5
La rabbia degli sfollati: «Lasciati soli»

La neve caduta sulle aree terremotate (Centro documentazione vigili del fuoco)
La neve caduta sulle aree terremotate (Centro documentazione vigili del fuoco)
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Giovedì 19 Gennaio 2017, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 11:38

ANCONA - A cinque mesi dal primo, devastante terremoto, torna a tremare l'intero Centro Italia: 4 scosse di magnitudo superiore a 5 hanno fatto rivivere l'incubo a centinaia di migliaia di persone in Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, già provati da mesi di vita in condizioni difficilissime. 

La prima scossa è stata registrata ieri dagli strumenti dell'Ingv alle 10.25, con magnitudo 5.1 ed epicentro a 9 km di profondità nei comuni di Montereale, Capitignano, Pizzoli, Barete e Campotosto, in provincia de L'Aquila, e di Amatrice, in provincia di Rieti. La seconda, la più forte, è arrivata alle 11.14, un 5.5 sempre nelle stesse zone e alla stessa profondità. Dopo 11 minuti ancora un'altra scossa, 5.3, una decina di chilometri più a sud, seguita da decine di repliche alcune sopra il 4. E alle 14.45 un altro 5.1, sempre nell'area di Campotosto. «Mai vista», dice l'Ingv, una serie simile a questa. 

Ad attivarsi, spiegano gli esperti, «è la stessa faglia» che ha distrutto Amatrice e Pescara del Tronto il 24 agosto, anche se a generare il terremoto di oggi è stato un «segmento diverso». Dal 24 agosto sono state registrate 45mila scosse e la sequenza non è ancora terminata. Le centrali operative dei Vigili del fuoco e della Protezione civile hanno ricevuto decine di chiamate per informazioni e segnalazioni di persone isolate.

Particolarmente difficile la situazione nelle Marche. «Che devo dire, mi chiedo se abbiamo fatto qualcosa di male - commenta sconsolato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi - abbiamo due metri di neve e frazioni isolate, stiamo aspettando le turbine per rimuovere i cumuli di neve, questa è la priorità. Ci mancava solo l'ennesimo terremoto. Venerdì dovremmo consegnare altre casette, ma ormai viviamo giorno per giorno, quello che accadrà domani non lo so». «Quando stavamo per dimenticarcene, perché da dieci giorni non sentivamo più niente - aggiunge il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci - ecco un'altra mazzata. La situazione è disastrosa». 

La palestra di Monticelli ad Ascoli Piceno, dove l'estate scorsa vennero celebrati i funerali delle vittime del sisma del 24 agosto, risulta lesionata dalle scosse di terremoto di ieri mattina. Non è stato possibile utilizzarla per far dormire stanotte persone che, impaurite dal terremoto, non vogliono stare a casa. Per questo è stata messa a disposizione dal Comune la casa albergo Ferrucci. Problemi si segnalano a Carpineto, lungo la strada per Colle San Marco, dove ci sono difficoltà a raggiungere il centro che ospita i richiedenti asilo, ai quali manca l'energia elettrica e inizia a scarseggiare anche il cibo.

«In uno Stato decente - dice il sindaco Guido Castelli - non è possibile aspettare una giornata intera, e purtroppo invano, turbine e mezzi meccanici in grado di fronteggiare un'emergenza che è talmente grande da non poterla gestire più a livello locale, con le nostre forze. Questi mezzi sono indispensabili per liberare persone bloccate dalla neve». Il Comune ha messo in campo tutti i propri mezzi e quelli di ditte private. «Di più non ce ne sono; alcuni, sovrautilizzati in queste terribili ore, si sono rotti» aggiunge il sindaco. «Questa è un'emergenza mai vista e comprende un territorio di 160 chilometri quadrati, con 400 chilometri di strade. Dove sta la Protezione civile? Dove sta l'Esercito? Non s'è visto nessuno e questo è inaccettabile soprattutto in un territorio che è già piegato dal terremoto, che è tornato a mettere paura», conclude.

«Abbiamo 5 frazioni isolate sotto 2 metri e 30 cm di neve, con una trentina di persone, non abbiamo energia elettrica, la situazione è critica, e intanto continua a nevicare». Lo dice il sindaco di Montegallo Sergio Fabiani. «Per fortuna, ad ora, non abbiamo malati o anziani gravi da assistere». Gli sfollati del nuovo sisma, «non per i crolli ma per la neve e la paura», sono 40. Troveranno accoglienza negli hotel di Grottammare. 

«Vengono da alcune delle 23 frazioni del comprensorio. Hanno timore a restare in casa, li capisco». In paese sono al lavoro i carabinieri, i vigili urbani del contingente messo a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, una squadra dei vigili del fuoco, ma mancano mezzi spartineve e pale gommate che possano aprire un varco per raggiungere le frazioni. «La Provincia di Ascoli - spiega Fabiani, che è al suo posto nonostante 38 di febbre - ha promesso che ci manderà dei mezzi in più»

Nelle zone colpite dal sisma sono già presenti 750 vigili del fuoco e sono in arrivo altri 100 uomini delle squadre Usar, uomini esperti in ricerca e soccorso sotto le macerie. Ma il problema principale è la neve, i cumuli lungo le strade rendono infatti difficilissimo il raggiungimento delle frazioni più isolate. «È una situazione abbastanza complicata - conferma Curcio - in quelle zone sta nevicando da diverse ore, in maniera ininterrotta, e continuerà a nevicare nelle prossime ore». 

Sedici allevatori dati per "dispersi" fra le scosse e una slavina, poi raggiunti al telefono, in serata portati in salvo da vigili del fuoco e carabinieri a Colle d'Arquata. Quattro stalle crollate sotto il peso della neve in provincia di Macerata, un centinaio di animali morti, 600 mucche e 5 mila pecore al freddo soltanto nelle Marche secondo una stima della Coldiretti, che accusa: «cinque mesi di tempo persi, chi ha sbagliato deve pagare».

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