La Regione in presssing sull'Europa
Tre missioni per salvare l'aeroporto

La Regione in presssing sull'Europa Tre missioni per salvare l'aeroporto
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 7 Febbraio 2018, 10:55
Una disperata corsa contro il tempo per salvare un’infrastruttura che il territorio non può proprio permettersi di perdere. Ieri, il segretario generale di giunta, Deborah Giraldi, e l’Amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei, hanno incontrato i tecnici della Commissione europea che dovranno valutare la corrispondenza alle normative sugli aiuti di Stato del piano di risanamento e sviluppo del Sanzio, sostenuto da 20 milioni di euro di ricapitalizzazione erogati dalla Regione. È il terzo appuntamento in due settimane sullo scottante dossier Aerdorica - due a Bruxelles e uno a Roma - segno della priorità che le questione ha assunto nell’agenda di palazzo Raffaello.



Incognita tempistiche
Dall’incontro di ieri non si torna a casa con tempistiche precise sull’arrivo del parere Ue e in questa storia, «tempo» è la parola chiave, perché il collegio di giudici guidato da Francesca Miconi - che dovrà esprimersi sull’istanza di fallimento avanzata dalla Procura di Ancona - ha già fatto sapere che non intende aspettare il lungo iter burocratico europeo, ma proprio la valutazione di Bruxelles sarà il discrimine tra salvataggio e fallimento. Il termine ultimo per Aerdorica per presentare le sue memorie scadrà il 14 febbraio, e sembra improbabile che il parere possa arrivare entro quella data, anche perché, fa sapere Giraldi, «con la Commissione si sta entrando nei dettagli del piano e la Regione deve dare risposte alle richieste poste dalla Ue affinché sia conforme alle normative. Si dovrà lavorare senza sosta per ridurre i tempi, già ristretti, ma esistono tempi tecnici che sono incomprimibili»

Rush della Regione
Sono ormai lontani i tempi in cui la Regione si teneva a distanza da Aerdorica, lasciando i soli amministratori a gestire una patata bollente sottovalutata forse troppo a lungo. «La società di gestione aeroportuale è sempre stata caratterizzata da una forte autonomia - affermava il governatore Ceriscioli in consiglio regionale nel novembre 2015, quando già la società aveva i suoi bei problemi - La Regione, anche se del Cda fanno parte due suoi dirigenti, ha cercato di tenere un atteggiamento poco invasivo, e dagli atti questo emerge». Un atteggiamento distaccato - proprio della giunta Ceriscioli come di quella Spacca - che si pensava potesse tenere Palazzo Raffaello a riparo dall’ondivago e fumoso andamento della società gestore del Sanzio, ma ora che si parla di fallimento, la questione rischia di scivolare nel penale e a restare con il cerino in mano sarebbero l’Au di Aerdorica e i dirigenti che hanno messo la loro firma su atti legati alla società, se giudicati impropri. Inoltre, in clima di campagna elettorale, perdere una fondamentale infrastruttura - per un territorio oltretutto già piagato dal sisma - non restituisce certo una buona immagine della gestione, da anni targata Pd, anche se con governatori diversi.

Spiragli di ottimismo
Il dialogo con la Commissione europea, fa però sapere Giraldi sta avanzando in maniera fattiva e non solo a livello formale, ed è «una collaborazione che si sta avendo ora per ora, al massimo livello di rappresentanza. La decisione della Ue sarà molto solida e questo è l’aspetto che più tutela la Regione, poiché si sta lavorando affinché la decisione finale non sia soggetta a criticità in futuro». Si dice «fiduciosa nell’esito positivo di questo iter per ottenere il nullaosta alla ricapitalizzazione», Massei, che sottolinea il costante scambio di informazioni «affinché il nostro piano rispetti le integrazioni tecniche che ci sono state richieste».

L’attacco
Sulla questione interviene anche il capogruppo 5 stelle Gianni Maggi, membro della Commissione d’inchiesta su Aerdorica: «Il gioco dei dilettanti allo sbaraglio può essere accettato come momento ludico, non certo quando decine di milioni di denaro pubblico vengono sperperati dalle giunte Pd passate e presenti, incapaci di far decollare una infrastruttura che tutti dichiarano essenziale per l’economia regionale ma che sta continuando solo a produrre debiti».
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