ANCONA Sono state 2mila le piccole aziende marchigiane che hanno ottenuto un sostegno da Restart, il progetto voluto da Fondazione Angelini e realizzato con il supporto scientifico della Politecnica delle Marche. Iniziativa in collaborazione con Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna ma anche i Confidi Uni.co e Fi.M.Co.S.T, a cui la Fondazione ha destinato 2 milioni di euro, di cui 700 mila in corso di erogazione e 1,3 milioni già distribuiti. A beneficiarne, solo piccole realtà messe in difficoltà dal Covid-19.
Le storie
Storie simili, ma mai uguali, di bar, ristoranti, pizzerie, tavole calde, parrucchieri, autofficine, imprese edili, lavanderie o ancora negozi con meno di 10 dipendenti ed un fatturato o capitale attivo inferiori a 1 milione di euro che, con il contributo, hanno potuto ripianare tutto o in parte i debiti, pagare interessi od ancora acquistare beni e servizi (contabili, gestionali, fiscali). Un aiuto che, tuttavia, va ben oltre il lato finanziario. Ne è convinto Saverio De Chiara, chef titolare del ristorante Da Saverio a Camerano che ha combattuto il Covid-19 a colpi di idee trasformando quasi subito il suo ristorante da 500 coperti in una mensa per 80 persone e organizzando serate danzanti per favorire la grande voglia di ripartenza. «Se ci sono è anche merito loro - riconosce -. Perché essere nella lista delle aziende sostenute dalla Fondazione, ci ha dato la forza di credere nella nostra passione». Un supporto che Thea Paola Angelini, la vicepresidente di Fondazione Angelini e vicepresidente esecutivo di Angelini Industries attribuisce alla «matrice familiare del gruppo industriale che ci rende doppiamente sensibili verso il settore delle piccole imprese familiari, che più di altri ha subito l’impatto della pandemia.
I beneficiari
Restart è quindi il mezzo con cui la Fondazione Angelini intende sostenere i territori in cui la multinazionale italiana Angelini Industries è maggiormente radicata o ha siti produttivi. Fondata ad Ancona nel 1919, è oggi attiva in 21 paesi nei settori salute, largo consumo, tecnologia industriale, profumi e dermocosmesi e vitivinicolo. Le aziende beneficiarie sono state individuate dalle associazioni di categoria e dai Confidi sulla base di criteri come le categorie Ateco soggette a chiusura durante la pandemia elaborati dall’Univpm che supervisiona e realizzerà uno studio di impatto post-intervento al fine di misurare il valore generato dalla donazione della Fondazione.