ANCONA - Il ministro Giovannini è in missione all’estero. Di presidente per l’Autorità di sistema portuale Adriatico Centrale se ne riparla, forse, la prossima settimana. Ma le voci che già circolano sul segretario - un funzionario di Civitavecchia, ex vice sindaco del comune, area FdI e già nel listone dei candidati alla presidenza è molto accreditato - ieri hanno riacceso lo scontento che serpeggia tangibile in banchina.
Soprattutto dopo nove mesi di vuoto istituzionale e con la prospettiva, molto probabile, di arrivare a girare la boa dell’anno prima di rivedere qualcuno di definitivo al secondo piano di Molo Santa Maria.
Il silenzio solo apparente
Il silenzio dei maggiori operatori è solo apparente.
Più duro l’ex deputato Eugenio Duca che non va per il leggero: «A mio avviso è necessario e urgente che le forze sociali rappresentative del mondo produttivo del porto, i sindacati dei lavoratori e delle imprese, le forze politiche democratiche dicano basta! Ognuno rispetti la legge e il ministro faccia ciò che deve fare, senza subire ulteriori inammissibili ricatti di coloro che vogliono mettere le casacche di partito su un ente statale quale è l’AdSP del mare Adriatico centrale. Si promuova subito una manifestazione unitaria, sindaco in testa, per il rispetto della legge e contro i predatori di oggi. Svegliati Ancona».
Duca è indignato per l’ipotesi che il candidato possa essere scelto a tavolino nell’accordo tra governatori: E cita la legge: «È chiarissima e va rispettata. “Il Presidente nomina e presiede il comitato di gestione; propone la nomina del Segretario generale”. Dunque è competenza del presidente proporre il segretario generale dell’AdSP, non di Acquaroli e Marsilio».