Il doppio binario
Crescono invece le società di capitali e tengono i servizi avanzati, quali informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, quelle scientifiche e tecniche, l’istruzione. E fanno registrare un trend positivo le aziende green, culturali e del turismo sostenibile. Più compatibili con i nostri tempi. È la fotografia scattata dal centro studi della Cna Marche, che registra come in un anno siamo passati da 141.527 a 137.143 aziende in attività, scendendo per la prima volta sotto quota 140mila.
Il mutamento
Ma è appunto l’effetto della “selezione naturale”. «L’aumento delle società di capitali, insieme alla resistenza delle imprese del terziario e dei servizi avanzati - spiega Paolo Silenzi, presidente regionale della Cna - dimostra che il sistema produttivo marchigiano sta cambiando pelle. Meno imprese individuali mentre si punta su quelle più strutturate e con investimenti nel capitale umano e nelle competenze ad alta professionalità». Tra i settori che perdono più aziende attive ci sono il commercio (-1.588) e l’agricoltura (-1254). Consistente poi il calo delle costruzioni (-629) e quello del manifatturiero (-612). In quest’ultimo segmento di mercato, a perdere più imprese sono la moda, il mobile e la meccanica. «Continuiamo ancora ad essere la regione più artigiana e più manifatturiera d’Italia - osserva Silenzi - ma nascono sempre più nuove imprese in settori tecnologicamente avanzati, nel turismo sostenibile, nel green e nella cultura. Servono politiche capaci di conciliare questi due mondi». Perché sapersi adattare ai cambiamenti è la regola numero 1.