Vaccini, sei target per la seconda fase. Aprono i disabili gravi. Il caso: invalido neurologico nella palude delle dosi a domicilio per i genitori

Vaccini, sei target per la seconda fase. Aprono i disabili gravi. Il caso: invalido neurologico nella palude delle dosi a domicilio per i genitori
Vaccini, sei target per la seconda fase. Aprono i disabili gravi. Il caso: invalido neurologico nella palude delle dosi a domicilio per i genitori
di Martina Marinangeli
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Sabato 27 Marzo 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 08:12

ANCONA - Da aprile, la seconda fase della campagna vaccinale entrerà nel vivo, con una tabella di marcia che prevede l’avvio delle somministrazioni a sei target prioritari. Palazzo Raffaello sta lavorando alla predisposizione - tra fine marzo e inizio aprile - di due slot per le prenotazioni, sul sito di Poste italiane https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it destinati ai caregiver di persone disabili o fragili, e alla fascia 70-79 anni.

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Tuttavia, già ora c’è chi lamenta confusione e scarsa chiarezza, con operatori del numero verde regionale deputato a dare informazioni “lasciati allo sbando” e in difficoltà nel rispondere ai dubbi posti dagli utenti. 


L’avvio 
Il cronoprogramma declinato sul prossimo mese prevede, in primis, l’avvio della vaccinazione ai disabili gravi seguiti da strutture residenziali o semi residenziali, pubbliche e private (circa 3.400 persone): in questo caso, la somministrazione sarà effettuata a titolo gratuito da parte del Gruppo Kos Care e non servirà la prenotazione.

I disabili assistiti a domicilio (circa 71mila), invece, possono rivolgersi ai medici di famiglia che garantiranno la vaccinazione o, in alternativa, al personale del Dipartimento prevenzione dell’Area vasta competente. Ci sono poi i familiari, tutori o caregiver che forniscono assistenza continuativa alle persone con disabilità grave, genitori/tutori/affidatari di minori estremamente vulnerabili e conviventi di persone estremamente fragili: per loro, si diceva, verranno aperti specifici slot di prenotazione nel sito di Poste e riceveranno la profilassi nei centri vaccinali distribuiti sul territorio.


Le sedi
Quinto target per il quale verranno avviate le vaccinazioni ad aprile è quello delle comunità residenziali (Hiv, TD, PSI, religiose) e le somministrazioni saranno eseguite dall’Asur in punti vaccinali allestiti presso le sedi. Per quanto concerne la fascia d’età 70-79, infine, l’iter da seguire è quello della prenotazione sulla piattaforma di Poste e la somministrazione avverrà nei centri vaccinali. Al di là della pianificazione, ci sono poi le storie personali. Come quella di Andrea, invalido neurologico al 75% in seguito a un trauma cranico, che prima si è trovato impantanato nella palude delle vaccinazioni a domicilio per i propri genitori, entrambi over 80 con altre patologie, e ora ha difficoltà a ottenere risposte per quella che è la sua condizione. «Ho prenotato la somministrazione a domicilio per i miei genitori il 20 febbraio - racconta - e hanno potuto riceverla solo il 24 marzo. Fino a quella data, sono stato lasciato in balia di un messaggio in cui si diceva “sarete richiamati”. Mia madre, 84 anni, ha l’Alzheimer e un’invalidità al 100%; mio padre, 86 anni, è cardiopatico con problemi di vasculopatia e ogni giorno mi chiedeva “ma quando mi vaccinano?”. Era scontato che la vaccinazione a domicilio avrebbe comportato un impegno maggiore e l’accordo con i medici di base è stato chiuso in forte ritardo. A pagare sono sempre i più fragili tra i fragili». Ora, invece, è lui a trovarsi in una condizione d’incertezza: «Ho chiamato due volte il numero verde per avere informazioni sul mio percorso vaccinale e, invece di ricevere risposte, ho raccolto la frustrazione dell’operatore che non sapeva, per alcune categorie, se dovessero rivolgersi al medico di base o passare per il sito di prenotazione. Anche oggi (ieri, ndr) ho provato a richiamare e ho trovato due operatrici in forte difficoltà che mi hanno detto di provare entrambi i percorsi. Gli operatori del call center sono stati lasciati allo sbando». 


Il termine
In particolare, «fanno difficoltà a inquadrare la figura del caregiver perché, all’atto pratico, chiunque abbia genitori anziani lo è». Il termine si riferisce infatti a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile.

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