Treni alta velocità, Fondazione Marche: «Decide tutto Rfi. Poi Green bond per i soldi dei privati»

Treni alta velocità, Fondazione Marche: «Decide tutto Rfi. Poi Green bond per i soldi dei privati»
Treni alta velocità, Fondazione Marche: «Decide tutto Rfi. Poi Green bond per i soldi dei privati»
di Andrea Taffi
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Venerdì 26 Marzo 2021, 08:20

«Il tema è questo: adesso che il Recovery Plan è in mano a persone competenti possiamo fare alcune considerazioni. La prima, fondamentale, è: il Recovery plan non sarà sufficiente da solo per rivoluzionare il Paese. Noi, Italia, dal 2008 siamo il Paese che è più retrocesso degli altri in Europa e siamo andati avanti nel fare nuovo debito pubblico, lo abbiamo aumentato. Purtroppo siamo difronte a una macchina, quella della competizione, che ci mette a nudo. Se il paese vuole superare questa arretratezza deve diventare attrattivo». Mario Pesaresi, presidente della Fondazione Marche, quando c’è da parlare di infrastrutture interviene sempre volentieri. 
Come si declina questa considerazione per le Marche?

«Per essere attrattivi nelle Marche ci sono dei punti di forza da valorizzare e dei punti di debolezza da superare. I punti di forza sono le imprese, le start up, le Università e l’innovazione tra quelli di debolezza uno dei primi sono le infrastrutture». 

E le fondazioni da questo punto di vista non possono dare nessun tipo di contributo?
«La questione dell’Alta velocità è un problema enorme. Senza, non siamo integrati in modo competitivo con la parte trainante del Paese». 
Ripetiamo la domanda. Le fondazioni possono fare qualcosa?
«No, perché in questa dimensione parliamo di miliardi. Non puoi non passare da un livello decisionale obbligato: la decisione politica e strategica del governo. Quando dico le Marche, faccio un distinguo. Se si fa la Adriatica meglio, senno va bene un hub nella Marche. Con due ore bisogna arrivare a Milano».
Sicuro che le fondazioni non possano fare proprio niente? Nei primi anni 2000, il progetto Quadrilatero partì da uno studio di fattibilità della fondazione Carima?
«Non conosco la configurazione di quel progetto ma sicuramente poggiava su una decisione governativa. Ma poi cosa puoi fare? Fornisci un progetto esecutivo con il rischio che poi magari non si realizza?».
Se 15 fondazioni delle Marche mettono 1 milione all’anno, nel giro di 24 mesi possono pressare Regione e Rfi e dire: qui c’è tutto un territorio che vuole fortemente questa opera. Si chiama azione di lobby.
«Il costo della progettazione lo deve sostenere chi vuole realizzare opera». 
Bene, le fondazioni facciano un accordo di programma con Rfi e Regione. È un’azione mai vista, un messaggio fortissmo.
«La progettazione non è estranea alla realizzazione dell’opera. Va seguita. Ma non è un problema di soldi. Se è un problema di soldi per l’1% (100milioni, ndr) figuriamoci per il restante 99%. Non esiste un problema di soldi. O per lo meno, prima c’è un problema di decisione».
Quindi le fondazioni cosa fanno? Si va tutti insieme a palazzo Chigi?
«Bisogna insistere perché si faccia, facendo comprendere le nostre ragioni. I numeri del nostro declino parlano chiaro se si vuol capire». 
Insistiamo. Mettere uno zoccolo duro per realizzare la progettazione di fattibilità sarebbe una spinta molto forte.
«Non sono d’accordo. Sarebbe come dire: ti compro la finestra così mi fai tutto il palazzo. La proporzione è questa. Ed è sproporzionata. Voglio dire: su questo piano abbiamo una leva piccola a disposizione».
Allora fa bene la Regione a cercare l’alleanza con le regioni della dorsale adriatica?
«È una strada giusta. E da noi basta almeno una fermata. Tre fermate non ha senso».
Poi ci sarà anche un problema di soldi.
«Per le infrastrutture vanno coinvolti i privati, senno si trasforma tutto in debito pubblico».
Con quali strumenti?
«Green bond, dico la prima cosa che mi viene in mente. Non bisogna certo suggerirlo a Draghi. La finanza privata è fondamentale: ci pensa che in un anno i conti correnti in Italia sono aumentati di 180miliardi? La cifra del Recovery plan in più anni. Parliamo solo di depositi. Aggiungerei un’ultima cosa».
Prego.
«Se c’è un problema di decisioni, la stanza dei bottoni è in Rfi e su questo il passato non parla a nostro favore basta pensare ai tempi di percorrenza per Roma e Bologna.

E poi attenzione. Quando ci sono i problemi veri come l’essere competitivi o si risolve o non si risolve, per sempre». 

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