Trasporto scolastico, i 110 solleciti a vuoto alla Tundo: e adesso fioccano revoche e denunce

Trasporto scolastico, i 110 solleciti a vuoto alla Tundo: e adesso fioccano revoche e denunce
Trasporto scolastico, i 110 solleciti a vuoto alla Tundo: e adesso fioccano revoche e denunce
di Andrea Taffi
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 08:50

ANCONA - A leggere la delibera  con il cui il servizio Suam della Regione Marche revoca (con annesso esposto alla procura) cinque dei 10 lotti vinti dalla Vincenzo Tundo per il servizio di trasporto scolastico in 22 comuni delle Marche, viene solo da chiedersi come sia stato possibile arrivare fino a questo punto.

Arrivare cioè a una caporetto degli scuolabus all’avvio della scuola, lo scorso 15 settembre, difronte a una montagna di solleciti (nella delibera ne abbiamo contati almeno 110 tra quelli della Regione e quelli di ciascuno dei 22 comuni coinvolti) per l’azienda che alla prima campanella ha lasciato a terra migliaia di ragazzi da Ascoli a Falconara, da Gradara a Camerata Picena.


Dove è andata bene il comune è riuscito a chiudere la voragine all’ultimo momento con un affidamento in somma urgenza, dove è andata male sono serviti almeno cinque giorni per rimettere in piedi il servizio ricorrendo al secondo arrivato in graduatoria. Ora che il problema è tamponato resta lo sconcerto per una vicenda di ordinaria, disastrosa burocrazia che si intreccia con la pandemia (e l’immancabile ricorso al Tar) e finisce per diventare un moloch che niente e nessuno è riuscito a scalfire. Fino alla caporetto di cui sopra. Un appalto partito a dicembre 2019, nella Regione di Ceriscioli, aggiudicato a luglio 2020 poi persosi nei radar della seconda ondata del Covid e infine riemerso a marzo 2021, dopo gli strascichi di un ricorso, con la convenzione che accendeva l’accesso ai comuni per rendere operativo il servizio. 
 


Qui nasce il capolavoro burocratico-kafkiano in cui comuni e Regione danzano sul filo: a sinistra la palese inadempienza dell’azienda che tra luglio e agosto non risponde o risponde in ritardo e in maniera incompleta (a cui, però, da carnefice basta poco per diventare vittima); a destra la trafila di conferme di adesione, richieste preliminari di fornitura, non completezza dei documenti, atti di regolamentazione mai terminati, solleciti, contestazioni, informative al Suam più o meno disperate (che a sua volta sollecita e contesta) fino alla richiesta di avvio di urgenza, precetto che quasi sempre diventa il preludio di affidamento al secondo arrivato. 

Tutto amministrativamente a regola d’arte per confezionare una bella richiesta di risarcimento danni (molti comuni si sono attivati), peccato che si arrivi al 14 settembre di una imbarazzante vigilia in cui non si sa quali sono i comuni che si sono salvati da una figuraccia sesquipedale e quali invece ci sono caduti dentro con le scarpe.

Inclusa la Regione: con responsabilità minori in quanto soggetto aggregatore ma pur sempre inclusa. Si poteva evitare? non è la domanda giusta. Se un genitore rimane a bordo strada con il bambino vestito di (grembiule) nuovo e la cartella in mano in attesa di uno scuolabus che non passerà, alla fine perdono tutti. Si doveva evitare: la storia è tutta qui.

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