Marche, scossa magnitudo 4.2
«Situazione sempre più difficile»

I danni del terremoto a Visso
I danni del terremoto a Visso
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Sabato 29 Ottobre 2016, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 13:13

ANCONA - Una nuova scossa di terremoto, «una botta forte» l'ha definita il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, è stata avvertita poco fa nell'alto Maceratese ma anche ad Ancona. Sono in corso verifiche su eventuali danni. La scossa, di magnitudo 4.2, ha avuto epicentro tra Preci, Norcia e Castelsantagelo.

La situazione ogni ora che passa è sempre più grave. Una parte della provincia di Macerata che il sisma del 24 agosto aveva già provato, ora è in ginocchio, più di ogni altra volta. Per la Regione  adesso, e «la cosa più delicata», è convincere la popolazione a «lasciare momentaneamente il territorio, perché con il freddo non possiamo allestire tende, e per le casette ci vogliono i tempi tecnici».


Continuano le scosse di terremoto nella montagna maceratese: una ventina quelle registrate dai sismografi dell'Ingv dopo la mezzanotte. Sono circa 4mila le persone assistite nelle strutture ricettive individuate dai comuni o in alberghi sulla costa in seguito alle scosse del 26 ottobre. È quanto rende noto la protezione civile, spiegando che proseguono le attività di assistenza alla popolazione e di verifica dei danni nelle province di Macerata e Perugia. In particolare, le strutture alberghiere sulla costa - a Porto Sant'Elpidio e Civitanova - ospitano oltre cinquecento persone provenienti dai comuni del maceratese di Visso, Fiordimonte, Pieve Torina, Pievebogliana e Castelsantangelo sul Nera.  Fa freddo e la corsa della Protezione civile per dare una sistemazione dignitosa a tutti i senza tetto si fa più stringente.


Sono 250 i fabrianesi che la notte scorsa hanno dormito per il terzo giorno consecutivo nel PalaGuerrieri: terremotati e persone che hanno paura di restare in casa dall'amministrazione comunale. «Nel treno messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato, arrivato in stazione alle 21 - dice il sindaco Giancarlo Sagramola - hanno pernottato 18 persone». Intanto la cittadina, già duramente colpita dal sisma del 1997, deve fare i conti anche con l'inagibilità della vecchia ala dell'ospedale Engles Profili, che ospita gli ambulatori. Il resto della struttura è regolarmente funzionante, tanto da aver accolto anche pazienti evacuati dai nosocomi di Camerino e Matelica. Per quanto riguarda le abitazioni private, 4 palazzi sono stati sgomberati con ordinanza, per un totale di 99 sfollati.

A San Benedetto del Tronto sono invece assistite circa settanta persone provenienti da Arquata del Tronto che, dopo le scosse del 26 ottobre, hanno scelto di andare in albergo. Nel perugino, in particolare nei comuni di Norcia, Cascia, Sellano e Preci, sono assistite in strutture comunali più di cinquecento persone. Nel maceratese, le verifiche effettuate sull'ospedale di Matelica hanno confermato che la struttura potrà tornare a ospitare i 17 pazienti evacuati nei giorni scorsi in via preventiva.

Per trovare soluzione all'inagibilità di alcune farmacie sul territorio, sono inoltre in arrivo tre camper farmacia. Il primo è stato messo a disposizione dalla Regione Piemonte ed è destinato a Visso; il secondo e il terzo sono stati offerti dall'Associazione nazionale farmacisti di Agrigento e Cagliari e saranno gestiti dai volontari di Agrigento, Cagliari e Verona. Uno servirà i territori di Pieve Torina e Pievebovigliana, mentre per l'altro rimane ancora da definire la destinazione. A Fabriano è in arrivo un treno straordinario messo a disposizione da Ferrovie dello Stato composto da cinque vetture-cuccetta che potranno ospitare fino a 250 persone rimaste fuori casa. Nel perugino, a Preci, Cascia e Norcia, è prevista la riapertura delle scuole dopo le festività di Ognissanti, per consentire ai tecnici di verificarne l'agibilità. Le forze dell'ordine continuano a essere impegnate nei territori colpiti in attività di anti-sciacallaggio.


Alla luce della storia sismica degli Appennini non si può escludere che le sequenze possano propagarsi in zone vicine. Lo rileva in una nota la Commissione Grandi Rischi, in seguito alla riunione tecnica nella quale oggi sono stati analizzati dati e modelli forniti dai sismologi. «Un aspetto della sismicità di questa regione - si legge nella nota - è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi alle aree limitrofe, come già avvenuto ad esempio per gli eventi del 1703 (con due eventi di magnitudo circa 7 a distanza di un mese), del 1639 (almeno due eventi comparabili a distanza di una settimana), di Colfiorito (1997, M6.0, con una sequenza di sei eventi di magnitudo oltre 5.2 su una durata di sei mesi) e ora nella zona di Amatrice, con due eventi di M6.0-5.9a distanza di due mesi».

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