Marche longeve, il nonno volante
colleziona record e medaglie d'oro

Marche longeve, il nonno volante colleziona record e medaglie d'oro
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 15 Luglio 2015, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 10:29
ANCONA - Se la Regione Marche ha intitolato “La prospettiva di vita” il tema presentato al Padiglione Italia dell’Expo, per una volta dietro l’immagine c’è anche la sostanza.

Le Marche sono la regione europea con l’aspettativa di vita più alta: per gli uomini 80,1 anni, per le donne 85,8. Poi senti alla radio che Giuseppe Ottaviani da Sant’Ippolito (Pesaro-Urbino), da due mesi entrato nel suo centesimo (!) anno di vita, ha polverizzato tutti i record mondiali di atletica leggera nella sua categoria Master, e ti sbalordisci. Questo arzillo centenario che corre veloce, salta e lancia il disco, mietendo allori, nel salotto di casa sua, in polo rossa, calzoncini al ginocchio e scarpe da corsa, accenna con la testa al medagliere che brilla in penombra accanto alla finestra. Lì accanto, e sono di meno, pendono le medaglie della figlia Marzia, maratoneta.



“Alla mia età non si è vecchi: io dico che si è longevi. Ho cominciato a fare sport da anziano, sui settant’anni, quando sono andato in pensione da sarto. Se no, che fai? Aspetti il giornale, e poi?”.



Magari va a fare una partitina al bar...

No, io non l’ho fatto mai! E siccome con gli amici s’andava a guardare gli allenamenti e le gare dei figli, mi sono detto: perché non provare?



Ma ha cominciato a vincere subito tante medaglie d’oro!

Io sono nei Master, tutti gli sportivi lo sono dopo i 35 anni, e le categorie dei Master vanno di cinque anni in cinque anni. Così, più vai avanti nell’età e meno competitori trovi: per tante ragioni, molti smettono a 90 anni, non ci sono più molte forze da spendere, ti bastano appena per vivere...



Ma lei ancora non molla!

Eh, ci sto pensando... ma finché le forze mi aiutano, dopo vedremo, ancora alla fine non siamo arrivati. La verità è che riscopri il gusto di giocare, come quando eri bambino, ragazzo.



Però ci vuole una bella forza, no?

Ma sai, lo sport va preso possibilmente come un gioco: allora non ti affatichi. Certi movimenti, senza il piacere di incontrare amici, sarebbero una fatica. Invece è uno svago. Non si chiamavano “giochi” anche quelli olimpici dell’antica Grecia? Lo sport aiuta a vivere. E ti fa sentire in salute.



Lo vedo bene... C’è più gioia nel praticare lo sport che nel vincere?

Certo, vincere dà soddisfazione. Ho conquistato dei record, anche dieci insieme, di recente ai Campionati Mondiali indoor di Budapest. Però la gioia viene anche dal contorno, l’inno nazionale, trovarsi in tanti sotto le bandiere... Ma la spinta resta quella di non annoiarmi.



E sua moglie le fa seguire almeno una dieta speciale?

Io la lascio fare, non ordino niente. Mi piace variare, più pesce che carne, e l’insalata sempre prima di ogni pasto. L’ho letto su internet che fa bene!



E con questo caldo, come fa?

Qualche volta c’è da avere paura, ma insomma, un cappellino in testa e via. A Cassino qualche giorno fa per i Campionati Italiani, faceva troppo caldo anche per camminare...



E ha vinto varie medaglie d’oro! I suoi concittadini sono orgogliosi?

Chi sì e chi no, ma in generale sono contenti perché il piccolo paese è arrivato in televisione: i giornalisti facevano la fila... Anche la Rai e Mediaset hanno fatto dei servizi, poi trasmessi in Francia, in Spagna, a New York: ogni tanto qualche amico che sta all’estero mi dice di avermi visto in televisione, una turista francese a Fano un giorno mi ha riconosciuto. Perché tutto ’sto chiasso? Perché a questa età - dice mio figlio - non c’è più nessuno che salta e corre come te.



E dove si allena?

A Fano vado sempre più di rado. In una palestra per i bambini delle scuole, poco fuori Sant’Ippolito. C’è poco per gli adulti.



E invece non dovrebbero essere incoraggiati, sia i ragazzi che gli adulti?

È proprio quello che ho detto quando il professor Ario Federici mi ha invitato a Urbino a parlare agli studenti del Corso di laurea in... come si chiamano? Scienze Motorie. Ho detto: voi che avrete la responsabilità di insegnare a fare sport, dovete dedicarvi anche ai grandi, a chi lavora, come negli altri paesi, soprattutto in Oriente, Cina, Corea, Giappone, dove hanno la palestra aziendale per fare sport dopo il lavoro: slega, toglie la fatica, rilassa. Mi hanno applaudito. E poi ai dirigenti del Coni ho avuto modo di suggerire: siccome lo sport costa, il governo dovrebbe permettere agli anziani di dedurre le spese sportive dal reddito, come si fa per l’iscrizione dei figli a scuola. Lo Stato sicuramente risparmierebbe sulla sanità per la terza età... Chi fa sport, vive meglio.



E più a lungo.

(Sogghigna).

Non so... Io sono qui.
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