Giorgia Latini: «Deroghe per il cratere o si rischia l’abbandono. Le scuole non siano ostaggio dei numeri»

Giorgia Latini: «Deroghe per il cratere o si rischia l’abbandono. Le scuole non siano ostaggio dei numeri»
Giorgia Latini: «Deroghe per il cratere o si rischia l’abbandono. Le scuole non siano ostaggio dei numeri»
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Sabato 14 Maggio 2022, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 15:35

ANCONA  - Giorgia Latini, assessora all’Istruzione, tra classi pollaio, accorpamenti e plessi troppo lontani nel caso di riorientamento degli alunni, le criticità nelle scuole sono diverse: come si sta muovendo la Regione per risolverle?

«Abbiamo agito su più livelli: innanzitutto abbiamo cercato di effettuare una ricognizione dei casi critici, incontrando più volte i presidenti di provincia e recependo le richieste dei comuni. Abbiamo provveduto a segnalare le difficoltà emergenti all’Ufficio scolastico regionale e ci siamo attivati anche a livello ministeriale, sia segnalando le istanze dei territori, sia aprendo un dialogo costante con il ministro e gli uffici del ministero per cercare soluzioni adeguate, anche a livello normativo». 

 
Cos’altro?
Questi confronti, che hanno coinvolto in qualche caso anche il presidente Acquaroli, proseguiranno.

A breve, inoltre, ci rivolgeremo al ministero dell’Economia e delle finanze affinché si prevedano risorse soprattutto per estendere le deroghe alle regole per i comuni inclusi nell’area del cratere».


Deroghe di che tipo?
«Vogliamo intervenire, laddove possibile, affinché la scuola marchigiana ed il futuro di tante comunità non sia ostaggio dei numeri e di scelte burocratiche».


A proposito delle aree del cratere, le problematiche si sommano alle difficoltà generate dal sisma, con rischio di abbandono dei territori: come si inverte il trend?
«Innanzitutto prevedendo deroghe alla normativa per la formazione delle classi e per le autonomie scolastiche. Ma questo è lo strumento tecnico-legislativo. Più in generale, si risolve comprendendo che senza scuola e diritto all’istruzione questi territori sono condannati all’abbandono e dunque all’estinzione».


Un declino già iniziato: possibile frenarlo?

«La vera soluzione passa dalla consapevolezza che non possiamo investire sui borghi (Pnrr e legge regionale per la rivitalizzazione e valorizzazione) e allo stesso tempo negare le condizioni di base che permettono loro di sopravvivere. Il rischio è quello di dare, con la mano destra, impianti e infrastrutture alle aree interne ed ai comuni più piccoli, e con la sinistra di togliere alle famiglie la possibilità di fare crescere i propri figli in queste zone. Vogliamo assicurare la banda larga alle aree interne e montane? Benissimo, ma la banda larga senza servizi, senza scuola, non serve a nessuno».


L’Usr dice che alcune criticità rimaste aperte potrebbero essere risolte, almeno nel primo ciclo: che rassicurazioni avete avuto in merito?
«L’Usr, col quale cerchiamo da tempo una collaborazione costruttiva, nel I ciclo, alcune criticità potrebbero essere risolte dalle stesse istituzioni scolastiche in virtù della loro autonomia organizzativa, nei casi in cui l’Usr stesso metta a disposizione l’organico di potenziamento. Per il resto, laddove non si è riusciti a dare risposte soddisfacenti, ci auguriamo che questa battaglia possa convincere ministero ed uffici periferici a riconoscere queste come esigenze come fondamentali».


Per gestire l’emergenza Covid, sono state prese precauzioni come il distanziamento all’interno delle classi: verranno mantenute anche per il prossimo anno scolastico?
«Queste regole non sono di stretta competenza delle regioni. Per quanto ci riguarda il nostro impegno, l’impegno delle Marche, prima Regione in Italia a dotarsi di questa strategia, vogliamo riportare la normalità nelle aule. Lo stiamo facendo con l’installazione di impianti di ventilazione meccanica e di sanificazione dell’aria. Per ora l’investimento, destinato a crescere, è stato di 12 milioni di euro».

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