Inflazione, le Marche sono virtuose: Ancona rallenta il caro vita

Inflazione, le Marche sono virtuose: Ancona rallenta il caro vita
Inflazione, le Marche sono virtuose: Ancona rallenta il caro vita
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 17 Ottobre 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 10:45

ANCONA  - A settembre l’inflazione registra in Italia un ulteriore, sia pur lieve, rallentamento, attestandosi al +5,3%. L’aumento dei prezzi al consumo, secondo il report diffuso ieri dall’Istat che conferma le stime preliminari, è dello 0,2% rispetto ad agosto, che fa scendere di un decimale il tasso tendenziale annuo.

E le Marche per fortuna si confermano tra le Regioni più virtuose, con un +5,1% che le colloca al 7° posto nella classifica dei territori più capaci di contenere il carovita.

In particolare spicca il dato di Ancona, con un aumento tendenziale annuo del 4,4%, al 7° posto come performance al risparmio nella classifica stilata dall’Istat su 32 comuni tra capoluoghi di regione e città con più di 150mila abitanti.


Il calo su agosto


Addirittura Ancona, secondo un’analisi diffusa ieri dal Comune, fa registrare a settembre prezzi in calo dello 0,4% rispetto ad agosto, con il tasso tendenziale annuo che scende da +4,7% a +4,4% rispetto a settembre 2022. Secondo i dati resi noti dall’Ufficio Statistica del Comune di Ancona in un anno i prezzi di alimentari e bevande analcoliche sono cresciuti dell’8%, quelli di servizi ricettivi e ristorazione del 5,1%, quelli di mobili, articoli e servizi per la casa e per i trasporti del 4,2%. Più contenuti gli aumenti per bevande alcoliche e tabacchi (+2,8%), abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili (+2,5%), altri beni e servizi (+2,5%), ricreazione, spettacolo e cultura (+2,4%), nessun aumento per le comunicazioni e un aumento minimo per servizi sanitari e spese per la salute (+0,3%). 

Da agosto a settembre, l’unica voce a registrare aumenti è quella relativa ad abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili, +0,4%. In decisa flessione (-2,9%) i prezzi per servizi ricettivi e ristorazione.


Un trend che consente al capoluogo di regione di piazzarsi nella top ten dei comuni dove sono più contenuti i rincari annui dovuti all’inflazione, stimati da un’indagine dell’Unione nazionale Consumatori che monitora il costo della vita su 79 comuni capoluogo. Se il rincaro annuo per famiglia italiana è stimato in media a 1.152 euro (addirittura 1.591 euro per i nuclei formati da coppia più due figli) nelle Marche l’effetto inflazione pesa per 994 euro a famiglia, dato che per Ancona scende a 875 euro (8° posto su 79 città monitorate). L’inflazione si sente di più negli altri due capoluoghi marchigiani censiti dall’Unione Consumatori: ad Ascoli Piceno (58°) l’inflazione al 5,7% pesa per 1.077 euro, a Macerata l’aumento dei prezzi al 5,5% produce rincari per 1.039 euro (62° posto).


I beni alimentari


Ma da cosa deriva questa frenatina dell’inflazione? «La nuova discesa del tasso di inflazione - spiega il report dell’Istat - risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita si riduce sensibilmente, pur restando su valori relativamente marcati (+8,4%)». Un freno al rientro dell’inflazione «si deve al riaccendersi di tensioni sui prezzi dei Beni energetici ma anche all’accelerazione dei prezzi dei Servizi di trasporto. Si attenua, infine, la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa”, che a settembre si attesta al +8,1%». «Calo risibile e illusorio», secondo l’Unione dei consumatori.

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