Di Maio: «Subito il taglia-bollette. Nelle Marche puntiamo al 6%»

Di Maio: «Subito il taglia-bollette. Nelle Marche puntiamo al 6%»
Di Maio: «Subito il taglia-bollette. Nelle Marche puntiamo al 6%»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 8 Settembre 2022, 03:15

Ha un chiodo fisso Luigi Di Maio: il decreto taglia-bollette. Per il ministro degli Esteri, leader di Impegno Civico e alleato dei progressisti, imprese e famiglie sono la bandiera del suo programma elettorale. 

Procediamo per gradi. Giorgia Meloni di FdI ha avviato la campagna elettorale da Ancona parlando del modello Marche come esempio di buon governo del centrodestra. Cosa ne pensa? 
«Nel 2011 il governo Berlusconi, di cui Meloni faceva parte, stava per portare il Paese al default. In quel caso il Cavaliere fu costretto a dimettersi, lasciando spazio a un premier tecnico, con gli effetti che conosciamo, cioè austerity, tagli e tasse in aumento per gli italiani. Ecco il buon governo della destra, anzi, di quello che io oggi chiamo trio-sfascia-conti: Salvini-Meloni-Berlusconi». 

Un esempio sul campo? 
«Hanno già fatto proposte che non stanno né in cielo né in terra per 160 miliardi e si candidano a dare il colpo di grazia al Paese, dopo che insieme a Conte lo hanno dato al governo Draghi.

Così si rischia di bruciare i risparmi dei cittadini, che noi vogliamo salvaguardare con un piano preciso». 

Come?
«Intervenendo subito per calmierare l’aumento dei prezzi e prorogando il taglio delle accise sulla benzina fino al 5 ottobre, con un decreto del governo in carica. Poi, già il giorno dopo le elezioni, decreto taglia-bollette: lo Stato paga l’80% delle bollette delle famiglie del ceto medio e in povertà e di tutte le aziende. Per la parte delle imprese occorrono 13,5 miliardi, che abbiamo già individuato nelle maggiori risorse che lo Stato incassa, a esempio, su Iva e accise derivanti dall’inflazione». 

L’imperativo? 
«Salvare 120mila imprese dal rischio chiusura e 370mila lavoratori dal pericolo di essere licenziati. Poi ci vuole una misura a livello Ue: il tetto massimo al prezzo del gas». 

Per voi qui corre la deputata uscente Patrizia Terzoni. Che pronostico si sente di fare sul risultato elettorale di Impegno civico nelle Marche? 
«Puntiamo al 6%. La coalizione progressista, di cui facciamo parte, è l’unica forza in campo che può battere questa destra. Siamo consapevoli di avere cultura di governo, e quindi le carte in regola per dare risposte concrete. Come l’azzeramento dell’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici o il potenziamento del servizio di medicina territoriale, con più infermieri e medici».

Quali sono le proposte del vostro programma che pensa possano avere ricadute positive nelle Marche? 
«Il salario minimo: basta con paghe a 2 o 3 euro l’ora. Dobbiamo fare un passo avanti e dobbiamo riuscirci insieme alle aziende. Poi, per i giovani, vogliamo introdurre l’anticipo a tasso zero per l’acquisto della casa». 

Al raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara sono state destinate alcune risorse del Pnrr. Ma c’è chi parla di rinegoziarlo. 
«È una follia. La priorità è portare avanti i progetti per impiegare le risorse stanziate. Al tempo stesso l’impegno continua per trovare soluzioni alle altre questioni aperte, come il raddoppio della tratta adriatica».

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