ANCONA - Passato ad Ancona il timore del virus ebola su una donna nigeriana di 42 anni - test negativo, positivo solo alla malaria - restano per i malumori finora non espressi pubblicamente di alcuni operatori del 118.
In particolare, le critiche degli oepratori si appuntano sui criteri, le modalità e l'equipaggiamento utilizzati per il trasferimento della paziente: qualcuno si è sfogato lontano dai microfoni per denunciare la carenza di adeguata formazione, dei necessari dispositivi di protezione individuali per prevenire il pericolo di contagio degli operatori e la trasmissione a cittadini.
"Se vi fosse stato veramente un caso di Ebola - si è lamentato uno degli addetti - i sanitari, con indosso solo camici non impermeabili e mascherine, avrebbero rischiato il contagio e di trasmetterlo poi ad altri operatori o cittadini".
"Sono sotto gli occhi di tutti - fa notare un altro operatore - le differenze tra le foto di trasferimenti di pazienti eseguiti in altre parti del mondo, con ambulanze attrezzate e tute isolanti in Tyvek, e quelle del trasporto della paziente in una normale ambulanza da Civitanova Marche ad Ancona".
Circostanze che hanno causato tensioni tra gli operatori del 118 e che potrebbero sfociare in iniziative anche di tipo sindacale.