ANCONA - Assorbiti i sudori freddi del pesce d’aprile anticipato di mercoledì - quando per un’anomalia del software che in Regione carica i dati dei contagi s’era registrato un picco anomalo - ieri la curva dell’epidemia nelle Marche ha ripreso il suo dolce declino sotto quota 250 casi settimanali per 100mila abitanti, la soglia massima da rispettare per non finire (o non restare) in zona rossa.
Corretto il dato dell’altro ieri a 620 nuovi positivi (anziché gli 807 censiti per l’inciampo del sistema informatico subito scoperto dall’Osservatorio epidemiologico regionale) già il dato settimanale aggiornato a mercoledì si assestava di nuovo sotto il tetto critico (247,1 ogni 100mila marchigiani).
Test molecolari
Parametro vitale sceso ulteriormente ieri con l’emergere di altri 487 positivi (il 23% delle 2.110 persone sottoposte a test molecolare) un dato che fa planare l’incidenza a quota 233,8. Anche altri parametri stanno migliorando, con la saturazione per Covid dei reparti ospedalieri in diminuzione sia nelle terapie intensive (ieri al 57%, dopo aver toccato il 63% il 25 marzo) che in area medica (59%) e l’indice di trasmissione del contagio sceso al fixing di domenica scorsa (la settimana monitorata è 22-28 marzo) a 1.04 dopo l’1.15 del report precedente.
Basterà per presentarsi oggi davanti alla Cabina di regia ministero della Salute-Iss, per il consueto monitoraggio del venerdì, con numeri da rientro in zona arancione? In teoria sì, anche perché già nel precedente report il coefficiente di valutazione del rischio assegnato alle Marche dall’Istituto superiore della sanità era sceso da “alto” a “moderato con rischio di progressione”.
Questione di giorni
Se non sarà dal 6 aprile, subito dopo cioè i tre giorni del lockdown pasquale, il passaggio in arancione (dunque negozi aperti, spostamenti nel comune senza autocertificazione e scuole in presenza anche alle superiori, sia pure con quote variabili dal 50 al 75) avverrà di sicuro dal 12 aprile. Per il giallo invece non se ne parla prima di maggio, come deciso dal Governo nell’ultimo decreto per tutta l’Italia.
L’appello alla prudenza
La correzione del dato di mercoledì, che già saltava agli occhi come anomalo per il balzo da 333 casi a 807, è stata certificata ieri dal governatore Acquaroli sui canali social. «Ma questo non deve farci assolutamente rilassare, perché nonostante ciò resta comunque un dato molto alto, con 650 positivi di cui 81 sintomatici, che speriamo resti un caso isolato». Già ieri il dato dei contagi è tornato in linea con il trend di decrescita iniziato dal 12 marzo, quando la curva dell’incidenza settimanale ha iniziato a scendere dal picco di 350. Continuano a vedersene gli effetti nei ricoveri ospedalieri, ieri ancora in discesa. I pazienti Covid sono diminuiti sia nel numero complessivo (da 959 a 949, grazie a 54 dimissioni) sia nel dato più critico delle terapie intensive, da 146 a 143. Stabili i pazienti Covid assistiti nelle Rsa (269, +1) mentre sono leggermente risaliti quelli nei pronto soccorso (89, +4). Sommandoli tutti, ieri le strutture sanitarie marchigiane ne avevano in carico 1.297, 5 in meno di mercoledì. E continua a scendere, grazie al trend sostenutissimo delle guarigioni (522 solo ieri) il numero dei marchigiani attualmente positivi: sono poco più di 9mila tra ricoveri e isolamenti
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