Il professor Menzo, direttore del laboratorio di Virologia a Torrette: «Niente variante brasiliana ma quella inglese circola e a Civitanova è più diffusa»

Il professor Menzo, direttore del laboratorio di Virologia a Torrette: «Niente variante brasiliana ma quella inglese circola e a Civitanova è più diffusa»
Il professor Menzo, direttore del laboratorio di Virologia a Torrette: «Niente variante brasiliana ma quella inglese circola e a Civitanova è più diffusa»
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 7 Febbraio 2021, 05:05

L’ultimo allarme su una possibile accelerazione dellepidemia riguarda la cosiddetta variante brasiliana di Sars-Cov-2, a seguito anche delle valutazioni espresse pubblicamente dal professor Giovanni Rezza, direttore generale del Dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, sui dubbi circa la completa efficacia dei vaccini nei confronti di questa versione mutata del virus. Ne abbiamo parlato con il professor Stefano Menzo, direttore del laboratorio di Virologia dell’azienda ospedaliera-universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. 


Professore, tra le migliaia di tamponi esaminati ogni giorno nei laboratori marchigiani sono stati finora intercettati casi di variante brasiliana?
«Nelle Marche finora non abbiamo trovato la variante brasiliana su circa 120 casi esaminati, la prossima settimana ne esamineremo altrettanti».

 
E sull’efficacia dei vaccini? Rischia di essere messa in discussione da queste varianti?
«Sia la variante inglese, in misura minore, che quella brasiliana (o sudafricana), in misura maggiore, potrebbero ridurre l’efficacia della vaccinazione». 


Condivide la valutazione secondo cui, nel caso di diffusione della variante brasiliana su un determinato territorio, sarebbero opportune misure di contenimento più restrittive?
«Si tratta di una valutazione complessa, che deve calibrare tutti i fattori, comunque a priori non è un’ idea sbagliata».


Avete elaborato delle procedure, nel Laboratorio di Torrette, per intercettare questo tipo di variante (e altre ancora) prima ancora del sequenziamento del genoma?
«Abbiamo appena messo a punto un test di screening per tutte le tre varianti “preoccupanti”, brasiliana, sudafricana, inglese».


Fino a due settimane fa erano stati accertati nelle Marche 16 casi di variante inglese, a partire dal cluster familiare scoperto a Loreto il 23 dicembre. Ci sono stati sviluppi, nel frattempo, che fanno pensare a una diffusione più estesa di questo virus mutato?
«I casi stanno aumentando: sembra che si stia espandendo rispetto alle varianti autoctone della prima e seconda ondata, soprattutto nella provincia di Ancona.

Ad Ancona e dintorni ormai la variante inglese ha superato quelle precedenti per diffusione, mentre nel resto delle Marche è ancora sporadica, con l’eccezione di Civitanova, dove pure c’è un problema di diffusione di questa variante».

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