Marche, ok del consiglio regionale
alla riorganizzazione degli uffici

Una seduta del consiglio regionale delle Marche
Una seduta del consiglio regionale delle Marche
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Martedì 8 Marzo 2016, 15:20
ANCONA - E' tornato a riunirsi il consiglio regionale delle Marche. E c'è stato il via libera dell'Assemblea legislativa con 17 voti a favore e 9 contrari alla proposta di legge che riorganizza gli uffici del Consiglio regionale.
"Le modifiche - ha spiegato il vice presidente Renato Claudio Minardi (Pd), relatore di maggioranza - hanno come primo obiettivo di ridefinire il ruolo e le funzioni proprie del vertice amministrativo e, inoltre di rivedere anche alcuni compiti e funzioni dei dirigenti assembleari". Al posto del direttore generale viene previsto un segretario generale con funzioni di assistenza, consulenza e raccordo con l'Assemblea e con le sue articolazioni interne. "Non solo una modifica nominalistica - ha precisato Minardi - perchè si riducono alcune funzioni proprie del direttore, tra cui la più importante è la funzione di valutazione dei dirigenti e dei titolari di posizioni dirigenziali da esso dipendenti". Funzione che viene attribuita all'Ufficio di presidenza che si avvarrà di un Comitato di valutazione esterno, di tre esperti. L'Ufficio valuterà anche le prestazioni dei dirigenti delle posizioni di funzione e di progetto e conferirà gli incarichi degli stessi. Il segretario generale (a differenza del direttore, diversamente da prima, confluirà nella dotazione organica) confluirà nella dotazione organica della dirigenza dell'Assemblea.

Negativo il giudizio del relatore di minoranza Gianni Maggi (M5s), che ha annunciato 6 emendamenti "che stravolgono il testo", tra cui uno per il mantenimento del segretario generale fuori ruolo, a garanzia di maggiore indipendenza, e un altro sul salario accessorio. Critici anche gli altri consiglieri della minoranza: Piero Celani (Fi) ha contestato la «poca chiarezza» sulle modalità di azione del Comitato di valutazione dei dirigenti. Sandro Bisonni (misto) si è detto contrario al ruolo dell'Ufficio di presidenza nella valutazione dei dirigenti, così come Sandro Zaffiri (Lega Nord). Sono passati quattro emendamenti del presidente della prima Commissione, Francesco Giacinti (Pd). Molto discusso quello che prevedeva un rinvio di sei mesi nell'assegnazione del personale richiesto dai gruppi "in presenza di rilevanti e motivate esigenze organizzative ed in particolare ove sia compromessa la continuità di servizi e prestazioni essenziali", rinvio che può esser deciso da Ufficio di Presidenza e Giunta regionale. Sul punto è stato trovato un accordo, riducendo il possibile rinvio a tre mesi, su subemendamento di Piergiorgio Fabbri (M5s). Scintille prima del voto finale, quando il capogruppo del Pd Gianluca Busilacchi ha lodato la legge che "contiene alcuni elementi tecnici ma con un'anima politica", con l'obiettivo di "snellire le procedure e garantire il nostro lavoro", ringraziando i dipendenti. "Ringraziamenti solo a parole - la replica di Maggi -, dato che è stato bocciato l'emendamento di M5s che permette il personale del Consiglio regionale di essere alla pari con quello che viene dalla Giunta, magari temporaneo. La legge ha come obiettivo un migliore funzionamento del Consiglio regionale, ma non si capisce come si fa a raggiungerlo. Voteremo contro questa pdl che sembra strumentale".
 
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