Il Mit bacchetta Autostrade: «La terza corsia dell'autostrada A14 nel sud delle Marche è una priorità»

Il Mit bacchetta Autostrade: «La terza corsia dell'autostrada A14 nel sud delle Marche è una priorità»
Il Mit bacchetta Autostrade: «La terza corsia dell'autostrada A14 nel sud delle Marche è una priorità»
di Maria Teresa e Bianciardi e Massimiliano Viti
9 Minuti di Lettura
Sabato 23 Gennaio 2021, 09:11

Il colpo di scena arriva in serata, mentre le Marche faticano a buttare giù l’ennesimo boccone amaro sulle infrastrutture. E arriva con una nota di società Autostrade, 24 ore dopo l’annuncio che la terza corsia dell’A14 da Porto Sant’Elpidio a San Benedetto non era nei radar del piano industriale.

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«Aspi ha ricevuto dal Ministero l’indicazione che l’opera in questione è prioritaria - si legge nel comunicato - e di procedere pertanto alla redazione dello studio di fattibilità». La luce in fondo al tunnel. Quella che si era spenta giovedì e che nella giornata di ieri ha suscitato reazioni a raffica a cominciare dalla Regione, passando per i sindaci e per le associazioni di categoria.

Una protesta dopo l’altra con l’annuncio di prossime mobilitazioni. Invece. L’eco della rabbia marchigiana - e dell’Abruzzo - è arrivata fino a Roma, tanto che ieri pomeriggio si è tenuto un vertice con società Autostrade proprio per dipanare la matassa. 

La comunicazione

«Relativamente a una possibile estensione dell’intervento di ampliamento a tre corsie dell’autostrada A14 nel tratto a Sud di Porto Sant’Elpidio, Autostrade per l’Italia chiarisce che tale iniziativa non è ancora contenuta nella nuova formulazione del Piano economico finanziario - si legge nella nota arrivata in serata - ciò in quanto il Pef può considerare solo gli impegni già assentiti in Convenzione, e cioè approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla base di studi già conclusi. La Convenzione prevede che si attivino i progetti di fattibilità necessari ad attuare nuovi investimenti, secondo le procedure previste. In merito a queste ultime, Aspi rende noto di aver ricevuto dal Ministero l’indicazione che l’opera in questione è prioritaria e di procedere pertanto alla redazione dello studio di fattibilità». 

La situazione

Tradotto in tempistica: lo studio di fattibilità dovrà essere redatto e inviato al Mit per la valutazione e una volta approvato verrà inserito nell’aggiornamento del Piano economico finanziario di Aspi. Anche tra un anno, se l’iter procederà senza intoppi. Del resto i finanziamenti il governo li ha già a disposizione, visto che il ministro del Micheli a dicembre aveva annunciato lo stanziamento di 1,3 miliardi per la realizzazione della terza corsia da Porto Sant’Elpidio a Giulianova. Ieri la Regione si era immediatamente mobilitata, con l’assessore alle infrastrutture Francesco Baldelli, dopo l’apparente chiusura. «Chiediamo al ministero competente di intervenire al più presto per chiedere la modifica del nuovo piano industriale di Autostrade per l’Italia». Insieme ai dubbi dell’assessore Guido Castelli: «Esigiamo di sapere cosa è successo e cosa è cambiato. C’è stata una manina invisibile? Vorremmo saperlo». Una ipotesi che circolava negli ambienti ben informati è che a far tentennare Autostrade e Governo fosse stato l’annoso dubbio tra adeguamento o arretramento.

Ovvero se spendere per ampliare la carreggiata sul tracciato esistente o investire per realizzare un nuovo percorso spostandolo più verso l’interno rispetto a quello attuale. Proprio questo infinito dibattito di fatto ha bloccato - per fortuna soltanto fino alla benedetta retromarcia serale - la realizzazione della terza corsia dell’autostrada fino a Pedaso e l’arretramento fino a San Benedetto del Tronto. Nel 2007, l’allora sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio (favorevole all’arretramento) e quello di Porto San Giorgio Claudio Brignocchi (per questioni ambientali e per la miopia del progetto) dissero no al progetto con tanto di ricorso al Tar. Il territorio provò invano a ricevere opere compensative che però, di fatto, non arrivarono. Da quel giorno l’ampliamento del tratto autostradale è diventato un miraggio. Qualcuno si è morso i gomiti, altri no. Ma nel frattempo sono trascorsi 13 anni di niente, a parte il casello autostradale di Porto Sant’Elpidio aperto nel luglio 2011.

Il pressing

Negli ultimi anni la terza corsia è approdata sui tavoli regionali due volte. Nel dicembre 2018 fu approvata dalla Giunta regionale la mozione di Fabio Urbinati e Francesco Giacinti per «attivarsi con il Ministero e con Autostrade per l’Italia, per continuare l’ampliamento dell’A14 fino a San Benedetto del Tronto». Due anni dopo, sempre a dicembre, la mozione ha cambiato colore politico ma ha lo stesso obiettivo. Viene presentata da Marcozzi (Fi), Marinangeli e Putzu (Lega), e approvata dal consiglio regionale. Ora finalmente, lo spiraglio. Che speriamo diventi un portone.

Il sindaco di Ascoli Fioravanti: «Pronto a scrivere alla De Micheli»

«Meno male che ci hanno ripensato, sarebbe stata una beffa». Così il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti dopo l’annuncio della retromarcia del governo, «considerando come il Ministro De Micheli, solo poco tempo fa aveva annunciato lo stanziamento di 1,3 miliardi di euro per la realizzazione della terza corsia nel tratto di A14 compreso tra Porto Sant’Elpidio e Giulianova». Dopo la preoccupazione e il dispiacere adesso c’è moderata soddisfazione: «La rinuncia avrebbe rappresentato un duro colpo per tutta l’area dell’Ascolano e del Fermano, territori ancora una volta messi da parte e che vivono una situazione di grave isolamento». Per il primo cittadino ascolano non è un semplice problema di viabilità «ma di un vero e proprio macigno su un tessuto economico e sociale già duramente danneggiato». Il sindaco di Ascoli ha annunciato di aver comunque inviato una lettera al Ministro De Micheli affinché «il Governo ribadisca l’intervento per inserire la terza corsia nel piano di Autostrade».

Levato: «Collegamenti assurdi per aziende e trusimo»

Abramo Levato, lei è direttore generale di Hp Composite, azienda con sede ad Ascoli Piceno: sembrava non si riescisse ad ampliare il tratto autostradale da Porto Sant’Elpidio verso Sud. Poi, dopo le reazioni, la retromarcia.
«Quel tratto di autostrada è fondamentale per il turismo, per i collegamenti legati alle imprese e per il trasporto su gomma. Il non allargamento crea disagi impressionanti. Allo stato attuale basta un problema che si ingolfa subito il traffico. Con pesanti conseguenze per i comuni della costa. E se il problema capita d’estate, ne risente anche il turismo».
Quali conseguenze?
«Di carattere economico. E sappiamo che l’economia incide a livello sociale, sulla tenuta psicologica dei singoli individui e delle famiglie».
A livello aziendale?
«Non nascondo che in alcuni casi evitiamo ai nostri clienti i reali tempi di percorrenza per arrivare alla nostra sede. In alcune occasioni abbiamo preferito spostarci noi e organizzare gli incontri direttamente in aeroporto (Roma e Bologna). E allo stesso modo, quando siamo noi a doverci muovere e troviamo un problema sull’autostrada, le conseguenze sono che l’incontro col cliente o salta o si fa in ritardo. L’interlocutore si innervosisce fino a non chiudere la commessa con le relative ricadute sull’azienda e sull’indotto. Ma probabilmente chi deve prendere delle decisioni non si rende conto di questo o ha altre priorità».
Ricorda un episodio particolare?
«Un giorno arrivarono a Roma dei clienti giapponesi (abituati a guidare sulla sinistra) e decidemmo di spostarci noi. Trovammo il traforo del Gran Sasso chiuso: era di notte ed è stato un viaggio della speranza di oltre 5 ore. Anche per questo le visite nella nostra non sono così frequenti».
Vede progetti alternativi all’ampliamento della terza corsia?
«Per prima cosa io farei funzionare l’esistente, prima di pensare a nuove infrastrutture e nuovi investimenti. Per cui farei funzionare la ferrovia, con un migliore servizio. Se il trasporto su gomma incontra dei problemi facciamo funzionare almeno quello su rotaia che potrebbe essere più sfruttato anche dalle persone».
Ma la terza corsia è una priorità?
«La prima priorità è l’aeroporto. Poi l’autostrada:stiamo parlando di un ampliamento della carreggiata che non mi sembra costi la Luna. Per un paese come l’Italia dovrebbe essere un investimento minimo».
E invece tutta la regione ne paga le conseguenze.
«Le Marche hanno un grande potenziale inespresso a cui contribuisce una invidiabile e strategica posizione geografica. Ma non deve essere penalizzata per questo come qualcuno sembra volere. I treni che non arrivano, l’aeroporto che non funziona, le strade che non ci sono. Alcune regioni del Nord hanno saputo valorizzare dei potenziali inferiori rispetto a quelli marchigiani. Basterebbe davvero poco per rilanciare le Marche. Collegare l’Italia da una costa all’altra dovrebbe essere semplice. Probabilmente qualcuno non vuole».
Penalizzata anche dal punto di vista dell’attrattività di possibili investitori?
«Chiaro. Ed è un peccato».

Cesaroni: «Si poteva pensare anche all'arretramento»

«Quello che serve non è la terza corsia ma l’arretramento dell’autostrada per riequilibrare il territorio verso l’entroterra, con l’attuale tracciato che diventerebbe una bretella di collegamento, una sorta di tangenziale per i comuni della riviera. Ed è altrettanto importante l’arretramento della ferrovia perché, così com’è, l’alta velocità non può arrivare, penalizzando tutti i comuni della costa che, viceversa verrebbero riqualificati». Sono le parole di Alvaro Cesaroni, patron della Sigma, azienda leader per la produzione di sportelli atm-bancomat, biglietterie automatizzate, sportelli automatici per la riscossione dei ticket sanitari, del pedaggio autostradale. Cesaroni è anche sindaco di Comunanza ed è stato presidente di Confindustria Fermo negli anni in cui il Fermano si spaccò proprio sulla realizzazione della terza corsia. Dopo 13 anni la sua visione non è cambiata e cita le difficoltà realizzative dell’opera, visto che dopo il casello di Pedaso il percorso presenta numerose gallerie e non sarebbe così agevole aggiungere una corsia in un senso di marcia e un’altra nel senso opposto. «Non sono contrario perché la terza corsia male non fa. Ma non sono nemmeno favorevole perché mi domando se serve davvero. A mio parere non risolve la situazione di un territorio isolato dal punto di vista dei collegamenti aerei, ferroviari e stradali. L’arretramento dell’autostrada risolverebbe, almeno in parte, anche il problema della mancanza di un collegamento mare-monti», afferma l’imprenditore che insiste anche sull’arretramento della ferrovia, al fine di permettere il transito dei treni ad alta velocità. «È un problema che nessuno sta ponendo e che non è di poco conto».

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