Qualità della vita 2016, Marche al top
Tutte le province nelle prime 43 d'Italia

Qualità della vita 2016, Marche al top Tutte le province nelle prime 43 d'Italia
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Domenica 27 Novembre 2016, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 11:01
ANCONA - Lamenti, imprecazioni, recriminazioni ma rispetto allo scorso anno la qualità della vita nelle Marche è migliorata. E neanche di poco. La graduatoria finale ricavata attraverso un'ampia e profonda valutazione da Italiaoggi e Università La Sapienza mette le cinque province della nostra regione nei primi 43 posti. Niente male. Come dire che tutte sono - ed ampiamente - nella prima metà della classifica. Il derby marchigiano se lo aggiudica Ascoli Piceno che conquista la diciottesima posizione, duello avvincente tra Pesaro e Ancona con la città di Rossini al 34° posto a precedere di un'inerzia il capoluogo dorico. E' quarantesima Fermo, tre gradini sotto Macerata.

Interessante anche il confronto con la graduatoria dello scorso anno e anche 365 giorni fa a guidare la classifica "made in Marche" c'era ancora Ascoli. Miglioramento lieve ma sensibile con piazza Arengo che passa dal ventesimo al 18° posto, migliora anche Fermo che guadagna cinque posizioni (era al 45° posto, ora è al 40°), in forte rialzo le azioni della provincia di Ancona che dal 56° posto del 2015 balza - come detto - al 35°. Saldo negativo invece per Pesaro e Urbino che dal 32° posto perde due posizioni mentre Macerata di posizioni ne perde 16 passando dal 27° al 43° posto. 


 È Mantova la provincia italiana dove si vive meglio. La città lombarda scalza Trento, che era al primo posto senza interruzioni dal 2011 nella classifica annuale di ItaliaOggi-Università La Sapienza sulla qualità della vita e che ora deve accontentarsi del secondo posto. Altro nuovo ingresso sui gradini più alti del podio è Belluno, terza, in salita dall'ottava posizione. Scivolano, quindi, Pordenone (da terza a quarta) e Bolzano (da seconda a ottava).

  L'ultimo posto è di Crotone, sebbene, rispetto alle altre province meridionali, presenti elementi di discontinuità. Qui, infatti, il tenore di vita è accettabile. E la provincia è addirittura ricompresa nel gruppo delle più virtuose nelle dimensioni criminalità e popolazione. Responsabili, quindi, della maglia nera sono affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero. La precede Siracusa (era al 104° posto). A deludere sono anche le grandi aree urbane, che arretrano tutte, rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Torino (che sale di 6 posti). Ma se Milano e Napoli perdono rispettivamente 7 e 5 posizioni, Roma ne perde 19 (31 in confronto al 2014), posizionandosi su livelli di qualità di vita insufficienti. A livello di macro-aree, Nord-est e centro reggono meglio il colpo della crisi, di contro soffre il Nordovest e in particolare il Sud e le Isole, dove si è persa traccia di quel cluster di province individuato qualche anno fa, nel quale il livello era superiore a quello prevalente nelle altre province meridionali.
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