Marina Magistrelli: «Colpevoli per tutti
ecco come li ho fatti assolvere»

Marina Magistrelli
Marina Magistrelli
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 5 Maggio 2016, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 19:31
ANCONA - Avvocato Marina Magistrelli, lei ha fatto assolvere un imputato che al telefono con la mamma dice «Quanti anni mi faccio per omicidio». Vuol dire che le intercettazioni contano poco o niente?
Le intercettazioni contano, ma non possono essere l'unica prova altrimenti basterebbero quelle per incriminare mezzo mondo. Devono essere suffragate da altre prove. Qui è stato il gip che ha assolto il ragazzo. Le indagini avevano messo insieme otto prove che dimostravano che Nica Cornel quel giorno, in quelle ore stava facendo altro. E poi a giudicare è stata un giudice scrupoloso, stimata dagli avvocati perché studia bene i processi. Oggi non è cosa da poco.

La tesi difensiva è che si sarebbe di fronte ad un atroce scherzo fatto da Nica alla madre. Chiunque allora, inguaiato dalle microspie, può dire che stava scherzando, anche il politico corrotto che ragiona di spartirsi i soldi delle mazzette può dire che parlava del Monopoli...
Infatti i tangentomani vengono presi e arrestati mentre prendono soldi o quando gli trovano i soldi o quando qualche testimone dichiara di aver dato loro i soldi. E non perché parlano al telefono. Le intercettazioni sono utilissime per le indagini, ma non possono diventare l'unica prova.

E quando Nica dice, parlando del corpo a corpo con la vittima. «Quello mi ha preso per la maglietta, e tirato e si è rotta» la madre gli chiede se ha dato fuoco alla maglia. Lui: «Sì ma è rimasto un pezzo lì». Anche quello uno scherzo?
Appunto, ha detto una sciocchezza. Non é stata trovata nessuna maglietta rotta e nel luogo del delitto non c'era nessun filato o pezzo di maglietta. Il Ris di Roma ha detto che persino l'unica orma, l'unica impronta trovata sul pavimento non era compatibile con il piede del ragazzo. Insisto: ha montato su questa storia con la madre perché voleva vedere la sua reazione. Gli è costata cara ma é così. Altre volte aveva cercato l'attenzione della madre inventandosi in piena notte che stava male. La faceva partire da Jesi e quando la madre arrivava tutta preoccupata negava di averla chiamata. Una volta, la madre era a Londra dagli altri due figli e Nica l'ha chiamata dicendole che si trovava in ospedale. Penso che adesso la smetterà di dire stupidaggini alla madre.

Il suo cliente sembrava a tutti il prototipo del colpevole...
E’ che molti davanti a fatti di cronaca si fermano all’apparenza, nel processo invece si scava e la verità emerge anche contro le apparenze. E’ il nostro lavoro. 

Anche voi difensori all’inizio non eravate convinti dell’innocenza di Nica, tanto da pensare a una confessione. Cosa vi ha fatto cambiare idea?
Io ed il mio collega avvocato Simeone Sardella quando abbiamo letto alcune delle intercettazioni che la Procura mano a mano depositava, ci siamo messi le mani nei capelli, abbiamo subito chiamato la madre e poi il collega si è precipitato in carcere per dire al ragazzo che se era stato lui conveniva confessare almeno avrebbe avuto qualche attenuante. La risposta fu breve e serena: disse che quelle erano tutte cavolate, che non era stato lui, che nessuno avrebbe mai trovato una prova perché lui non era mai entrato in quella casa. Disse di essere tranquillo e disse che sapeva che ci sarebbe voluto un po' di tempo ma che sarebbe uscito pulito da questa storia. E così é stato.

Lei rischia di passare alla storia come l'avvocato anti-cimici, visto che 15 anni fa riuscì a far assolvere l'infermiera accusata dei roghi negli ospedali che, intercettata in auto, implorava «Madonnina mia, madonnina mia, fa che non mi scoprano». Un altro scherzo? 
Ancora quando penso a quella ragazza riesco a provare dispiacere per l'ingiustizia che ha subìto. Anni di processi e poi l'assoluzione, una vita interrotta da un'indagine che ha preso il via da una frase sgrammaticata che lei si è detta mentre guidava... Anche lì c'erano le prove che escludevano la sua colpevolezza. 

Come si sarebbe sentita, sul banco della parte civile, dopo la sentenza che ha assolto Nica?
Comprendo molto bene l'amarezza della sorella del povero Sartini. Ma sono sicura che anche lei vorrebbe vedere assicurato alla giustizia il vero colpevole e non un colpevole qualsiasi. Si tenga conto che per questo caso è stata fatta un'indagine scrupolosissima, dettagliata, sono stati riscontrati persino i 10 euro di benzina cheil ragazzo ha fatto quella sera, è stata sentita la ragazza che ha passato alcune ore della notte con Nica, gli amici che lo hanno accompagnato a Senigallia, sono stati sequestrati i filmati della banca che si trova nei pressi dell'abitazione, hanno chiesto negli Usa le chat su Facebook, le celle telefoniche, insomma tutto porta a dire che Nica Cornel è innocente. Ci sono solo quelle sciocchezze che ha detto al telefono alla madre e che sono state intercettate, ma non si può mandare in galera una persona senza prove. E Nica Cornel ha ben otto prove che dicono che non è stato lui. 
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