ANCONA - Un’Italia dei due mari che diventi locomotiva nazionale ed affranchi le terre di mezzo dall’effetto tenaglia tra nord e sud. Tra i primi a lanciare un appello in questo senso era stato, lo scorso aprile, il sindaco di Firenze Dario Nardella. Ora, qualcosa inizia a muoversi.
È infatti questo lo sfondo su cui si staglia il progetto di un tavolo tecnico tra le cinque Regioni centrali – Marche, Lazio, Toscana, Abruzzo ed Umbria – presentato ieri in conferenza streaming dai rispettivi governatori e finalizzato a preparare una proposta comune, da sottoporre al governo Draghi, su connessioni ed infrastrutture capaci di mettere a sistema e rilanciare i territori coinvolti.
La trasversalità
Una declinazione sulla trasversale est-ovest di quello che le Marche hanno già approntato lungo la direttrice nord-sud con Abruzzo, Molise e Puglia. Se il Settentrione è considerato il motore economico del Paese e per il Mezzogiorno sono previsti strumenti finanziari ad hoc per colmare un gap secolare, l’ombelico d’Italia tende a finire sullo sfondo della geografia nazionale, ma con il new deal che verrà dettato dal Recovery Plan, l’Italia di mezzo non potrà più limitarsi ad essere spettatrice. Di qui, il senso del tavolo di coordinamento che ieri ha preso il via e che nasce per avviare un lavoro comune sullo sviluppo infrastrutturale, economico, produttivo e sociale dei cinque territori, che da soli rappresentano il 22% degli abitanti italiani, il 23,5% del pil, il 23,5% degli occupati, circa 5,5 milioni, il 20% dell’export del Paese e il 24% delle imprese tricolori.
La proposta delle Marche
«In questo momento storico – ha sottolineato nel suo intervento il governatore Francesco Acquaroli –, è fondamentale per il nostro Paese e per l’Europa riuscire a raggiungere una scala di priorità che rimetta al posto giusto quelle infrastrutture che, o non sono state completate oppure non sono state potenziate, lasciando così dei territori non connessi pregiudicandone lo sviluppo, la capacità di essere competitivi e costringendoli a fenomeni come quello dello spopolamento».
Le direttrici
L’assist è fornito da quel volano irripetibile chiamato Recovery Fund, sul quale, secondo il governatore, «si sarebbe potuta coinvolgere di più la nostra Regione, così come tutte le altre, per la ricerca di un confronto sulle opere considerate strategiche.
La collaborazione
Un pensiero condiviso dai colleghi Zingaretti (Lazio), Giani (Toscana), Tesei (Umbria) e Marsilio (Abruzzo), tutti concordi nel porre l’accento sul tema centrale delle infrastrutture materiali e immateriali, con progetti che interesseranno i maggiori player nazionali e internazionali del settore, anche nell’ottica degli investimenti del Next generation Eu. Una collaborazione che per quattro delle cinque Regioni coinvolte – Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio – si declina (ed è già operativa) anche sul fronte della ricostruzione post sisma.
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