ANCONA In un anno, tra l’inizio e la fine del 2023, abbiamo perso 1.119 tra piccole aziende e botteghe, il 2,7% del totale nell’artigianato, con un calo più vistoso di quello nazionale (-0,6%). Ma le Marche restano comunque la regione artigiana per eccellenza, con la maggiore incidenza in Italia delle imprese artigiane con dipendenti sul totale delle imprese attive (36%, contro il 25,6% della media italiana) che per incidenza degli addetti sul totale (25,1% contro a 14,8%) e anche per incidenza di occupati nelle MPI artigiane sugli occupati nelle MPI totali (32,9% contro 23,1%).
L’analisi
Dati che emergono dallo studio congiunturale proposto da Ebam, ente bilaterale dell’artigianato, presentato ieri ad Ancona nel corso di un evento servito a illustrare il consuntivo 2023 e le previsioni 2024.
Un tema, quello dello sviluppo tecnologico, affrontato durante l’intervento di Emanuele Frontoni, Ordinario di Informatica a Unimc, che ha presentato alcuni casi di successo, «aziende - ha detto – che hanno investito nel digitale ottenendo positivi e tangibili risultati nonostante poche aziende abbiano effettuato investimenti in questa direzione e, dato ancora più preoccupante, non siano intenzionate a predisporne nel prossimo futuro». «Resta però – ha aggiunto Fabio Renzi, Segretario generale Fondazione Symbola – il dato del 35% di aziende che investono nel green, quindi non un’avanguardia ma una buona fetta e soprattutto il trend è in ascesa perché nel periodo pre-covid era di circa il 24%».
Le imprese artigiane registrate alla fine del 2023 nelle Marche sono 39.791; la maggior concentrazione è nella provincia di Ancona con il 25,3%, segue Pesaro Urbino con il 24,8%, Macerata con il 22,9%, Fermo con il 14,3% e Ascoli Piceno con il restante 12,7%.
Pesaro in franata
La diminuzione più intensa si registra a Pesaro Urbino con 98 imprese in meno, segue Fermo con 65 imprese in meno e Ascoli Piceno con 56 imprese in meno (tasso al -1,05%); nelle province di Ancona e Macerata, al contrario, si evidenziano saldi positivi rispettivamente pari a 95 e 22 imprese artigiane in più. Bene le Costruzioni con il +12,2%, il Manifatturiero esteso con il +1,3% e i Servizi con il +0,2%. Sotto l’aspetto finanziario i prestiti alle piccole imprese nelle Marche a settembre 2023 sono in diminuzione del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2022 (rispetto al -7,4% del totale imprese); la variazione tendenziale è superiore alla media nazionale (-7,6%) e colloca le Marche al terzultimo posto in Italia. Dagli ultimi dati delle esportazioni, si registra per le Marche nei primi 9 mesi del 2023 una forte diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2022.
Tengono le calzature
Nella dinamica tendenziale, i settori manifatturieri con quote di imprese in crescita maggiori di quelle in diminuzione riguardano calzature e pelli, legno e mobile, lavorazioni metalliche e prodotti in metallo.
Tra le attività di servizio, la ristorazione presenta una netta prevalenza di casi di diminuzione (oltre la metà delle imprese) che prevalgono su quelli di crescita e di stabilita considerati nel loro assieme. Le previsioni per il primo semestre 2024 sono come sempre improntate alla cautela e orientate alla stabilità ma si prevedono saldi negativi, tranne che in due settori: legno mobile e servizi alla persona.