Marche, pazienti Covid curati a casa per alleggerire gli ospedali. Piano con 84 specialisti per tutta la regione

I sanitari di un'Unità speciale di continuità assistenziale (Usca)
I sanitari di un'Unità speciale di continuità assistenziale (Usca)
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 22 Settembre 2021, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 08:45

ANCONA - Ottantaquattro medici specialisti delle Aziende ospedaliere e delle cinque Aree vaste assicureranno le cure domiciliari ai malati Covid delle Marche. Il provvedimento, uno dei primi del genere in Italia, è stato approvato dalla giunta su proposta dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che lo ha poi illustrato alla stampa insieme al presidente della Regione Francesco Acquaroli.

Attualmente in regione ci sono 3.545 persone in isolamento domiciliare e di queste 1.260 sono soggetti sintomatici, mentre 78 sono le persone ricoverate negli ospedali (20 in terapia intensiva). 

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L’obiettivo
«Le cure domiciliari sono una richiesta che ci viene rivolta dal territorio e da tutti coloro che vivono con apprensione l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno - ha detto il governatore -.

In questo modo potremo evitare l’ospedalizzazione ed essere comunque vicini ai cittadini contagiati nelle loro case. Una strategia molto importante per far sì che i nostri ospedali possano tornare ad occuparsi di tutte le altre patologie». Ridurre la pressione sulle strutture sanitarie e gestire i pazienti direttamente nelle proprie abitazioni con l’ausilio di personale specialistico e dei medici di famiglia: è questa l’operazione messa in campo dall’assessore alla sanità Filippo Saltamartini: «Si è imposta la necessità di elaborare, sulla base della letteratura scientifica e dell’esperienza clinica maturate nel corso dell’epidemia, le indicazioni operative più aggiornate sulla gestione del paziente a domicilio anche in termini di teleconsulto e telemedicina, ferma restando la centralità del medico di famiglia o pediatra di libera scelta che, conoscendo le patologie pregresse, i fattori di rischio e il contesto socioambientale del paziente, può intervenire prescrivendo i farmaci più appropriati con un timing corretto». 


Come funziona
La stretta collaborazione tra specialisti, medici delle cure primarie e il personale delle Usca-Unità speciali di continuità assistenziale riveste importanza cruciale: il medico di medicina generale si occupa dell’anamnesi, l’Usca interviene a domicilio e, in base alle patologie, sintomi e fase della malattia, viene coinvolto uno specialista per la terapia da adottare. A questo scopo l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, ha anche dato mandato agli enti del Ssr di definire «entro il 1° ottobre un protocollo di intesa per regolamentare le forme di collaborazione tra medici ospedalieri e medici delle cure primarie, come espressamente stabilito in sede di Cabina di regia regionale per il contrasto all’emergenza Covid il 6 settembre». Il protocollo definirà quindi le modalità e i criteri per fornire ai medici delle cure primarie che agiscono a domicilio dei pazienti Covid, il supporto dei medici specialisti di varie branche messi a disposizione dalle Aziende Sanitarie e ospedaliere della Regione Marche. Le modalità organizzative per garantire questo supporto possono includere sia il teleconsulto anche in modalità di videoconsulenza sia, qualora ritenuto necessario, una consulenza.


La novità
Il teleconsulto è un’indicazione di diagnosi o di scelta di una terapia senza la presenza fisica del paziente. Si tratta di un’attività di consulenza a distanza fra medici che permette ad un dottore di chiedere un consulto ad uno o più medici specialisti, sulla base di informazioni mediche legate alla presa in carico del paziente accelerando la risposta dello specialista. 

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