Zone Covid, anche le Marche tra le 6 regioni a rischio arancione. Ecco cosa dice Acquaroli

Zona arancione, 6 regioni a rischio (Lombardia, Lazio, Emilia, Friuli, Marche e Piemonte). Abruzzo verso il rosso
Zona arancione, 6 regioni a rischio (Lombardia, Lazio, Emilia, Friuli, Marche e Piemonte). Abruzzo verso il rosso
di Mario Landi
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 08:54

Con le varianti ormai da tempo in circolo anche in Italia e i contagi che non accennano a calare, da domenica quasi metà del Paese (comprese le Marche)  rischia di finire in arancione, con l'Abruzzo che sembra invece destinato addirittura in zona rossa. La certificazione arriverà però soltanto con la pubblicazione dei nuovi dati del monitoraggio, mentre il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi è già al lavoro per snellire il Comitato Tecnico Scientifico e creare una cabina di regia dei ministri che tenga conto non solo dell'aspetto normativo dei provvedimenti ma, contestualmente, anche di quello economico per evitare un nuovo «caso sci».

ACQUAROLI: «CAMBI DI COLORE? NESSUNA CERTEZZA»

"Buonasera a tutti ha scritto sui canali social il governatore delle Marche Francesco Acquaroli - , come al solito sono giornate piene di impegni.  Ci tenevo a fare il punto della situazione della pandemia nella nostra regione. Come ormai sappiamo ampiamente, in questo periodo i problemi maggiori si registrano nella provincia di Ancona, che è attenzionata da ormai oltre una settimana. A preoccupare non sono tanto i numeri del contagio, ma una presenza forte della cosiddetta variante inglese. L’ordinanza che è stata firmata ieri si pone in questa fase alcuni obiettivi specifici. Il primo è sicuramente quello di ridurre la mobilità verso il territorio maggiormente interessato, in questa fase, dalla pandemia. Abbassando gli spostamenti delle persone, di conseguenza si limita la circolazione del virus, sia sul territorio della provincia di Ancona sia verso altri territori che oggi stanno registrando un miglioramento. È conseguente che limitare gli spostamenti alle sole occasioni di lavoro, di scuola e legate alla salute rende più facile il lavoro di tracciamento e isolamento del virus. Queste sono state le motivazioni ritenute più importanti in questo momento. Il monitoraggio effettuato costantemente dovrà poi stabilire se saranno necessari ulteriori provvedimenti o se la situazione andrà a migliorare. 
Un’ultima considerazione infine sulla durata dell’ordinanza, che ricordo scadrà alle ore 24 di sabato.

Si è ritenuto di far coincidere il termine del provvedimento con l’eventuale emissione di nuove ordinanze del Ministero della Salute, onde evitare di accavallare norme e di ingenerare confusione. Quanto affermato non significa che ci aspettiamo un’ordinanza di restrizione dal Ministero, ma teniamo presente, come succede ogni settimana ormai da mesi, che nella giornata di venerdì ci sarà data comunicazione rispetto alla fascia di colore della nostra Regione per la settimana successiva e in questo momento nessuno ha ancora certezze a riguardo".

Sul tavolo anche le nuove misure che dovranno essere prese già dalla prossima settimana quando scadrà il decreto che vieta lo spostamento tra regioni, già prorogato una prima volta proprio fino al 25 febbraio. L'attesa è tutta rivolta dunque a venerdì prossimo quando saranno pubblicati i nuovi dati del monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità. Le regioni più a rischio sono Lombardia (dove da oggi quattro comuni sono in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche. La situazione più delicata è quella dell'Abruzzo dove ci sono già due province in zona rossa, quelle di Pescara e Chieti. Da venerdì, però, c'è il serio rischio che l'intera regione sfori l'indice Rt 1.25 (il limite per passare in rosso), anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi registrato oggi. Nel giorno in cui il bollettino fa registrare 12.074 nuovi casi, 369 vittime e un tasso di positività del 4,1%, a preoccupare non sono solo i dati sui nuovi ricoverati, in aumento, ma anche la diffusione delle varianti che, stando alle parole degli scienziati, andrebbero immediatamente isolate. Ieri, per esempio, a Napoli è stato rintracciato un ceppo molto raro del virus (appena 100 casi nel mondo), comparso per la prima volta in Italia.

Variante inglese, è allerta

Oggi è stata la Basilicata ad individuare la variante inglese - già diffusa in Lombardia e in altre regioni - mentre in Toscana ci sarebbe un caso di variante brasiliana, così come accertato già in Veneto. Dalla Regione Lombardia, il presidente Attilio Fontana lancia un appello al Cts ad anticipare le decisioni sulle zone. «Con il Comitato - dice - ci si confronta il venerdì. Per me, se fosse possibile, si dovrebbe anticipare questa data perché i dati al Cts arrivano al martedì e quindi si potrebbe anticipare la notizia». È scettico sul sistema a 'semaforò, poi, l'assessore alla Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco. «Credo che il meccanismo debba essere rivisto - spiega - perché è così veloce il cambiamento della situazione epidemiologica che cambiare zona di rischio sulla base di una valutazione di dati che vengono da due settimane prima è un meccanismo che funziona poco». Rilievi ai quali replica indirettamente lo stesso premier Draghi, nel suo intervento al Senato: «ogni cambiamento», ha detto, sarà comunicato «con sufficiente anticipo».

Zone a parte, ora il nuovo governo dovrà affrontare anche la questione del riassetto del Cts e l'istituzione di una cabina di regia di ministri che valuterà i nuovi provvedimenti confrontandosi con tutto l'Esecutivo, ma sarà anche l'unica deputata a raccogliere le indicazioni di tecnici e scienziati. L'intenzione è quella di evitare inutili sovrapposizioni di voci che in qualche modo possano 'destabilizzarè le regioni, come avvenuto spesso in passato. Ma non solo. La cabina avrà il compito di predisporre i provvedimenti pensando allo stesso tempo al tema economico. Per ogni chiusura dovranno essere predisposti immediati ristori. Da decidere ancora quale strumento utilizzare, se il più volte 'contestatò Dpcm (quello oggi in vigore scade il 5 marzo) o il più 'tradizionalè decreto, come quello che vieta lo spostamento tra le regioni la cui efficacia cesserà giovedì prossimo. Un provvedimento che, quasi certamente, sarà prorogato.

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