Filo diretto Ancona-Roma per il rimpasto regionale: “salvi” Antonini e Biondi ma la Lega non cede sulla Sanità: vuole un tecnico

Filo diretto Ancona-Roma. Salva Antonini e Biondi ma non cede sulla sanità: la Lega vuole un tecnico
Filo diretto Ancona-Roma. Salva Antonini e Biondi ma non cede sulla sanità: la Lega vuole un tecnico
di Martina Marinangeli
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Venerdì 6 Ottobre 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 07:06

ANCONA - A piccoli, piccolissimi passi verso il traguardo. Nell’estenuante negoziato tra il governatore Francesco Acquaroli e la segretaria regionale della Lega Giorgia Latini per il rimpasto in giunta, ogni giorno si aggiunge una nuova pagina. Le cronache di Palazzo ieri hanno raccontato di un avvicinamento tra le parti giocato sulla direttrice Ancona-Roma. Già, perché più passano i giorni e più esecutivo regionale e centrodestra perdono smalto agli occhi del territorio: si deve trovare una soluzione e in fretta. Con questa granitica certezza scolpita in mente, il Carroccio ha aggiustato il tiro. 


Il passo indietro

Giorgia Latini sarebbe disposta a rinunciare alla sostituzione degli assessori Andrea Antonini (Sviluppo economico) e Chiara Biondi (Cultura e Istruzione) con i suoi luogotenenti Mauro Lucentini e Monica Acciarri, ma non a quello che era l’obiettivo della Lega fin dall’inizio: mettere alla Sanità, al posto dell’attuale titolare della delega Filippo Saltamartini, un tecnico di alto profilo.

Una mossa per imprimere un cambio di passo nel delicatissimo settore perché, secondo il Carroccio, l’attuale gestione sta facendo perdere consensi al partito sul territorio. È questo il punto di caduta a cui si vuole arrivare, proponendo un nome di area, ma gradito anche al governatore, restio a modificare quella casella della giunta. 

Il paracadute romano

Se Acciarri così manterrebbe il suo scranno in Consiglio regionale, in questo scenario Lucentini resterebbe a bocca asciutta, ma si è pensato anche a questo: un incarico di spessore lo attenderebbe negli uffici capitolini. Resta da capire se Saltamartini sarà disposto ad accettare il passo indietro, ma l’assessore alla Sanità ha sempre detto ai suoi che sarebbe disposto a farlo se a chiederlo fosse il leader Matteo Salvini. 

L’appoggio del leader

E considerando che il rimpasto ha trovato proprio in quest’ultimo la sponda, non dovrebbero esserci molti dubbi in tal senso. E siamo al piano A. Ma tutti gli strateghi sanno che è saggio avere sempre in tasca un piano B, nel caso le cose non dovessero andare come sperato. E di piani alternativi la Lega ne ha studiati più d’uno. Come l’ipotesi di lasciare Saltamartini al suo posto, inserendo il tecnico nella casella del sottosegretario. Ma per questo serve il via libera dei Civici di Paolo Mattei, a cui spetterebbe quella nomina stando agli accordi tra alleati. Per discutere di questo e del caos generale che si è scatenato in questi giorni, è previsto per oggi un incontro tra il governatore ed i coordinatori regionali dei partiti di centrodestra.

Vertice in cui si spera di trovare la quadra, ma è più probabile che se ne esca con i lividi, dati i pesanti screzi interni alla coalizione, conseguenza del blitz della Lega. Ma in tanto bailamme, c’è una certezza: il veto di Acquaroli su Acciarri alla Sanità. Se per portare a casa il negoziato si rendesse necessario, la consigliera potrebbe al massimo sostituire la fabrianese Biondi in giunta. Scambio che però non sarebbe per niente gradito a quel territorio, decisamente importante per l’esecutivo regionale. Tra i tanti scenari passati sopra i tavoli di Palazzo, c’è anche quello in cui il governatore punta i piedi e mantiene lo status quo, non muovendo neanche una pedina sulla scacchiera.

Ma così Latini perderebbe su tutta la linea e la Lega ne uscirebbe a pezzi. E una Lega troppo debole in questo momento non conviene neanche ad Acquaroli. Che nella mediazione, a questo punto, è probabile che apra al cambio di almeno un assessore. Le opzioni sono tante; la soluzione da trovare una sola. E in tempi brevi, perché questo teatrino del rimpasto sta mettendo in allarme un’intera regione, che non vuole proprio saperne di perdersi dietro alle elucubrazioni della politica.

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