L'assessore regionale Stefano Aguzzi: «Il rischio alluvioni nelle Marche? Abbiamo già investito 78 milioni in tre anni»

Aguzzi: «Il rischio alluvioni nelle Marche? Abbiamo già investito 78 milioni in tre anni»
Aguzzi: «Il rischio alluvioni nelle Marche? Abbiamo già investito 78 milioni in tre anni»
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 07:35

ANCONA - Dall’ottobre 2020 fino al mese scorso, durante il governo della giunta Acquaroli, nelle Marche sono stati finanziati 72 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, per un investimento complessivo di quasi 78 milioni di euro, mettendo insieme fondi regionali, statali ed europei.

Grazie al Piano di sviluppo rurale, alimentato con fondi europei, sono stati inoltre finanziati accordi agroambientali d’area, sempre mirati a prevenire il rischio idrogeologico, per circa 9 milioni. Un bilancio stilato dal dipartimento Infrastrutture, territorio e protezione civile di Palazzo Raffaello per consentire agli assessori Andrea Maria Antonini (delega alla Bonifica) e Stefano Aguzzi (difesa del suolo e della costa) di rispondere nell’aula del consiglio regionale a un’interrogazione della consigliera Marta Ruggeri (M5S) sugli eventi meteo estremi che hanno interessato in sequenza le Marche e sulle risposte dell’amministrazione regionale.


L’adattamento

L’assessore Aguzzi ha risposto illustrando le parti del Piano di adattamento climatico - attualmente in fase di valutazione ambientale strategica - che riguardano la gestione del rischio alluvioni, drammaticamente concreto nella nostra regione come ci ricordano purtroppo le 13 vittime del maltempo del 15-16 settembre 2022 nel Senigalliese. «Particolare attenzione - si legge nella relazione firmata dal direttore del dipartimento Nardo Goffi - a quelle tipologie di piena innescate da eventi intensi e concentrati, sicuramente più sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici». 

La prevenzione

I rimedi? Investire nella prevenzione dei rischi associati al reticolo idrografico, «con azioni di riqualificazioni, preservazione e ampliamento degli ambiti fluviali, attraverso gli strumenti urbanistici, di riqualificazione fluviale e in particolare attraverso l’utilizzo dei contratti di fiume».

E come ultima ipotesi, laddove gli eventi estremi si ripetano minacciando spesso insediamenti abitativi, «sarà necessario valutare l’opportunità della delocalizzazione». Ma in attesa di dotarsi del Piano regionale di adattamento al cambiamento climatico (dopo le osservazioni pervenute in fase di Vas e gli eventuali adattamenti si tornerà in consiglio per l’approvazione) il commissario delegato per l’emergenza alluvione 2022 ha stipulato diverse convenzioni con enti (Fondazione Cime e Centro per la protezione civile dell’Università di Firenze) per potenziare le procedure e gli strumenti di monitoraggio e allertamento nei territori più a rischio di alluvioni.

Le consulenze

Proprio queste collaborazioni consentiranno di definire ad esempio le portate massime annuali per il bacino del Misa, realizzando scenari di rischio e proposte di interventi strutturali. Una parte dell’interrogazione della consigliera Ruggeri riguardava poi l’operato del Consorzio di Bonifica. Si chiedeva quanti interventi gli fossero stati affidati dalla Regione Marche tra il 2018 e il ‘22 (risposta: 17, per un totale di 25,4 milioni) e come l’amministrazione valutasse l’operato del Consorzio di bonifica. L’attività, è stato il responso, «risulta regolare per quanto concerne gli aspetti tecnico-amministrativi».

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