Suora di clausura ha mal di pancia
All'ospedale partorisce un bebè

L'ospedale di San Severino
L'ospedale di San Severino
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Giovedì 22 Gennaio 2015, 21:03 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 17:37

SAN SEVERINO - Entra in ospedale accusando un terribile mal di pancia ed esce stringendo fra le proprie braccia un grazioso bebè. Sarebbe solo una storia a lieto fine, un parto come tanti, quella che arriva dalle corsie del reparto di ostetricia e ginecologia del "Bartolomeo Eustachio" di San Severino Marche se non fosse per il fatto che la protagonista della corsa in ospedale stavolta non è stata una puerpera qualunque bensì una religiosa che aveva giurato, anni fa, castità al Signore insieme a fedeltà eterna.


Era arrivata in ospedale, accompagnata dalle consorelle, passando dal pronto soccorso.

Appunto lamentava dolori di pancia ma l’ecografia ha svelato il mistero e il medico di turno ha invitato suora e consorelle a prendere subito la strada del reparto di ostetricia non senza un attimo di imbarazzo. Sacco amniotico rotto e equipe subito in azione per far partorire la suora.

Della storia, ovviamente, si sa ben poco anche se la stessa ci ha messo un nulla a fare il giro del paese e a uscire allo scoperto non solo dall'ovattato silenzio assicurato da personale medico e infermieristico che ha assistito al lieto evento ma anche da quello, più religioso in questo caso, del convento che sembrerebbe essere addirittura un monastero di clausura della zona (a San Severino ce ne sono due, il convento di S.Caterina e quello di S.Chiara, entrambi nella zona del Catsello). Nulla trapela, ovviamente, sulla identità della religiosa, né sui tratti somatici del pargolo. Mistero sul fatto se somigli più alla mamma piuttosto che al papà.

E non chiedete se a venire al mondo sia stato un maschietto o una femminuccia visto che in corsia gli imbarazzi sono palpabili. Si sa solo che la mamma del nascituro, originaria di uno stato del sud America, sarebbe arrivata nel Maceratese da qualche tempo e avrebbe trovato alloggio, forse rifugio, in una struttura di clausura della nostra provincia.

Difficile anche poter dire se la suora abbia o meno confessato il suo peccato, non certo veniale, alla sua superiora. Si sa però che la religiosa sarebbe arrivata prima al pronto soccorso, e successivamente sarebbe stata fatta salire in reparto, accompagnata da altre consorelle che, ancor prima di gridare al miracolo, avrebbero affidato alle preghiera del Signore chi nel frattempo stava per venire alla luce.

L'ingresso all'accettazione è avvenuto domenica ed è stato, comunque, un gran giorno di festa per l'arrivo di una nuova vita. Così, nell'imbarazzo veramente generale, sono state seguite dall'equipe che ha eseguito il parto le concitate fasi che hanno accompagnato lo stesso.

Niente fiori all'ingresso della cameretta che in questi giorni ha permesso di garantire l'anonimato alla neo mamma che, comunque, sembra aver deciso di tenere il piccolo e che forse ora sarà trasferita altrove, probabilmente in una casa famiglia.

Di certo prima di domenica la suora non si sarebbe sottoposta a controlli, questo è quello che avrebbero raccontato le religiose che con lei hanno condiviso la clausura negli ultimi mesi. E di certo nella struttura che la ospitava, la suora difficilmente avrebbe potuto aver avuto contatti con il mondo esterno. Anche se le vie del Signore, si sa, sono veramente infinite.

Non stupì, mesi fa, la notizia del parto di un'altra suora, stavolta congolese. Il bimbo venuto alla luce fu dapprima affidato a una coppia di Tolentino e poi tolto ai genitori adottivi con un provvedimento inatteso e inaspettato della Suprema Corte per finire affidato a una casa d'accoglienza.

In quel caso la mamma naturale aveva abbandonato la pargoletta alla nascita. La bimba per due anni e mezzo era stata cresciuta da due nuovi genitori che se l'erano vista poi sottrarre.

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