Recanati, Il grido di rabbia dello zio
"Dovevamo proteggere Giosuè"

Il collage pubblicato su Facebook
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Domenica 14 Febbraio 2016, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 19:11

RECANATI - Choc per l'omicidio-suicidio avvenuto nella zona industriale di Sambucheto. Un grido di rabbia quello di Riccardo Lucaroni, zio paterno del bambino morto, che ha scritto un post sulla sua pagina Facebook allegando una foto di alcuni momenti felici trascorsi con il piccolo Giosuè.

"Angioletto perdonaci - si legge - per non averti protetto dall'amore malato e possessivo di tua madre, perdonaci se mio fratello ha lottato, Dio solo sa quanto, per poterti dare la figura paterna che ogni bambino merita di avere, anche solo per 2 ore a settimana o per 5 minuti all'uscita dalla scuola...perdonaci Stellina! Perdonaci! Mi piace immaginarti che stai giocando con le amate Lego, sorridendo davanti a un video dei Muppets o di Dastardly&Muttley, correndo intorno al tavolo col tuo cuginetto Edoardo...è tutto cosi ingiusto! Zio Riky non ti dimenticherà mai!!!".
 



Ha avuto un malore ed è stato necessario chiamare un medico per aiutarlo a contenere lo choc Lorenzo Lucaroni, il papà 39enne del piccolo Giosuè, il bimbo di sei anni ucciso ieri a Sambucheto con un colpo di fucile dalla madre Laura Paoletti, 32 anni, che ha poi rivolto l'arma contro di sè. Lucaroni, un geometra che in passato è stato anche consigliere comunale, è stato sentito a lungo dai carabinieri di Civitanova Marche, diretti dal capitano Enzo Marinelli, e ha appreso della morte della compagna e del figlioletto in caserma.  L'uomo ha un alibi di ferro, e comunque fin dall'inizio non vi sono stati dubbi sull'ipotesi dell'omicidio-suicidio.

I carabinieri di Civitanova Marche hanno sequestrato il Pc di Laura Paoletti e faranno un esame sui tabulati telefonici e sugli scambi di e-mail per cercare di capire lo stato d'animo della giovane mamma e in che momento psicologico sarebbe maturata la decisione. Appare ormai certo che le tensioni tra Laura e l'ex compagno, Lorenzo Lucaroni, scaturissero dalla custodia del bambino.

Dopo la rottura del loro rapporto, la donna aveva denunciato Lucaroni per stalking perchè - a quanto si apprende - il padre avrebbe aspettato il bambino davanti alla scuola per poterlo vedere. L'uomo aveva a sua volta denunciato le difficoltà che incontrava per trascorrere del tempo con il figlio.

È probabile che il recente accordo che fissava tempi e modalità delle visite abbia acuito il malessere della Paoletti, legata al bambino in un rapporto che alla luce dei fatti appare molto possessivo. Non vi sarebbero stati, infatti, motivi per non consentire al padre di vederlo: nel passato della donna non vi sono denunce di violenza da parte dell'ex compagno o altro. Laura, però, non aveva dato segni di voler compiere gesti estremi come quello messo in atto. Tempo fa la donna si era ritrovata l'auto incendiata, ma pare che l'episodio non abbia nulla a che fare con la vicenda attuale: la vettura sarebbe andata a fuoco a seguito di un corto circuito, dopo un tentativo di furto.

Il legale della donna, l'avv. Alessandra Perticarà, afferma che "Laura era una ragazza determinata, solare, una persona normale. Viveva la situazione di conflitto tipica di due persone che si sono lasciate e debbono gestire questa fase patologica, diciamo, della crisi che riguardava la gestione del bambino. Ma la signora non aveva problemi familiari a parte questa situazione".  

"Avere una causa di diritto di famiglia o di regolamentazione - seguita l'avvocato di Laura Paoletti - è sempre un fatto personale che chiunque vive intensamente. Però non vi erano, almeno secondo me che comunque non faccio la psicologa, questioni particolari. Stavamo lavorando per una soluzione condivisa. A livello processuale stavamo facendo dei passi e avevamo trovato una disponibilità di entrambi, poi si sarebbe dovuto trattare per il futuro per ulteriori ampliamenti dell'accordo. L'ultima volta che l'ho sentita abbiamo parlato di questioni riguardanti la pratica ma con molta serenità. Ci siamo salutate tranquillamente. Abbiamo anche scherzato. Non avrei mai immaginato una fine del genere, dico la verità. Sono choccata. L'amore per il suo bambino era molto forte. Lo amava moltissimo. Era tutta la sua vita".

Anche il titolare dello scatolificio Cartotecnica Idelabox, di cui la Paoletti aveva una piccola quota azionaria, ha riferito ai carabinieri di aver sentito in mattinata la donna e che la giovane mamma era serena.
I due avevano parlato solo di questioni di lavoro.

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