Monte San Giusto, il carabiniere
indagato conferma la sua versione

I rilievi
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Domenica 26 Febbraio 2017, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 11:03

MONTE SAN GIUSTO - Un appuntato dei carabinieri indagato, un giovane di 35 anni dichiarato clinicamente morto, due fascicoli d’inchiesta aperti, una caccia in corso a due ladri, e ancora diverse ombre su quanto accaduto venerdì sera nella zona sud di Monte San Giusto all’incrocio tra via Valle e via Don Minzoni. È questo il quadro il giorno dopo il drammatico tentativo di fuga su un’auto rubata. Ieri mattina il pubblico ministero di turno alla procura di Macerata, Enrico Riccioni, ha aperto un fascicolo a carico del carabiniere che ha sparato, colpendo alla testa il ladro, e uno nei confronti dell’albanese che ora versa in condizioni disperate, praticamente spacciato. Aveva molti alias ma è stato identificato per Klodjan Hysa. Il militare, a cui è stata sequestrata la pistola d’ordinanza, è indagato per lesioni gravissime colpose da eccesso di legittima difesa. Jeans, giubbino nero e uno sguardo impenetrabile. Così, dopo una notte insonne, l’appuntato dei carabinieri indagato per la sparatoria si è presentato ieri in tribunale. Accompagnato dal suo avvocato, alle 11 in punto ha fatto il suo ingresso a palazzo di giustizia per essere presente al conferimento dell’incarico al consulente del Pm che dovrà occuparsi della perizia balistica. Un uomo sconvolto, ma allo stesso tempo consapevole che l’inchiesta della Procura è un atto dovuto.  Alle persone vicine ha ribadito con forza la sua versione. «Abbiamo intimato l’alt a quel ragazzo, lui è salito in auto e ha cercato di investirmi. Avevo la pistola in mano ed è partito un colpo. Non volevo sparare, non volevo sparare». Una tragica fatalità, stando alla ricostruzione del militare. L’arma è una pistola d’ordinanza: una Beretta calibro 9. «Non mi ero mai ritrovato in una sparatoria, non avevo mai premuto quel grilletto».

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