Macerata, video hard su Internet
per gioco o vendetta: numeri choc

La polizia postale
La polizia postale
di Daniel Fermanelli
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Venerdì 23 Settembre 2016, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 10:54
MACERATA - Prima la tragedia di Tiziana Cantone, la 31enne che si è tolta la vita impiccandosi con un foulard per un filmato hard finito in rete. La vergogna, la depressione e poi la morte.
Passa una settimana e scoppia un altro caso. Quello di Diletta Leotta, giornalista di Sky Sport. Alcune sue foto osé sono finite in rete, diventando virali in poche ore. Scatti privati, che sarebbero dovuti restare tali. Ma quando entrano nel vortice del web, eliminarli diventa impossibile. Il nuovo allarmante fenomeno, chiamato “Sexting”, si è diffuso anche in provincia di Macerata e sta costringendo la polizia postale a un superlavoro. Tante le segnalazioni, decisamente meno le denunce. Perché in molte (le vittime sono quasi sempre donne) non trovano il coraggio di affrontare un lungo iter giudiziario e un processo che renderebbe pubblica una vicenda così imbarazzante.
L’incubo a luci rosse viene vissuto quotidianamente sia da adolescenti che da adulti. Dall’inizio dell’anno, per quanto riguarda i più giovani, in provincia sono già stati una decina i casi affrontati dalla polizia postale. E ciò che più preoccupa è l’uso scorretto dei social network.

I protagonisti hanno spesso 13-14 anni. E la storia è quasi sempre identica. Un ragazzino convince la fidanzatina, o la nuova conquista, a farsi inviare una foto senza vestiti. Poi, per vantarsi, le gira agli amici. E si innesca un circuito infernale. Con gli scatti che, attraverso le chat, passano di smartphone in smartphone. Quelle immagini diventano di dominio pubblico. E per la ragazzina è l’inizio dell’incubo. Quasi mai la vittima è costretta a inviare le foto. Nessun ricatto. È solo l’ingenuità di una adolescente nel contesto di un’infatuazione o di una relazione sentimentale.
Quando si accorge che quelle foto sono sotto gli occhi di tutti prendono il sopravvento l’angoscia e spesso la depressione. La prima reazione è la vergogna di tornare a scuola e di affrontare le battute e i sorrisini di chi ha visto quelle immagini. Poi iniziano le difficoltà nel relazionarsi con il prossimo, in particolare con l’altro sesso. Cambiamenti che non passano inosservati ai genitori, che quasi sempre riescono a convincere la figlia a vuotare il sacco. A quel punto ci si rivolge alla polizia postale. Ma più che per risalire ai colpevoli, con l’obiettivo di togliere quelle foto dal web. Missione quasi impossibile. Molto più semplice, visto che è la vittima a indicare la persona a cui ha inviato le foto, risalire a chi ha dato il via alla diffusione virale. Ma come detto in pochissimi denunciano e quindi raramente ci sono sviluppi giudiziari.
È importante educare i minori a usare i social network. E in tal senso la polizia postale in provincia di Macerata è stata protagonista di diverse iniziative incentrate sul cyberbullismo e in generale sui pericoli di Internet.
Chi pensa che il fenomeno del “Sexting” sia diffuso solo tra i ragazzini sbaglia di grosso. Tra gli adulti, nel Maceratese, i casi sono all’incirca il doppio. Anche qui non c’è alcuna forma di violenza. Video e foto a luci rosse, dunque, effettuati in rapporti consenzienti. Giochi erotici tra coppie che vengono dati in pasto al popolo del web quando la storia arriva al capolinea. Spesso per vendetta. Il materiale finisce su siti per adulti. E anche in questo caso rimuoverlo è impresa a dir poco ardua. Anche perché i siti spesso hanno sede all’estero e devono rispondere della legislazione locale.
Una ventina, dall’inizio dell’anno, le segnalazioni alla polizia postale di Macerata (un totale di quasi 4 casi al mese sommando le vicende con vittime dei minori). Si va dalla professionista, alla commerciante fino ad arrivare alla studentessa universitaria.
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