Ribaltate due sentenze del Tribunale di Macerata: «Incidenti con cinghiali e caprioli? Il risarcimento spetta alla Regione»

La Cassazione ribalta due sentenze del Tribunale di Macerata: «Incidenti con cinghiali e caprioli? Il risarcimento spetta alla Regione»
La Cassazione ribalta due sentenze del Tribunale di Macerata: «Incidenti con cinghiali e caprioli? Il risarcimento spetta alla Regione»
di Marco Pagliariccio
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Martedì 19 Dicembre 2023, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 15:53

MACERATA Chi paga i danni nei casi, sempre più frequenti, di incidenti causati da o nei quali sono coinvolti animali selvatici, l’automobilista o la Regione? La Corte di Cassazione ha ribadito il concetto con due sentenze relative ad altrettanti casi verificatisi negli anni scorsi nel Maceratese: spetta all’ente pubblico risarcire il privato che ha subito danneggiamenti in casi del genere. E lo ha fatto ribaltando sentenze emesse dal Tribunale di Macerata, che a loro volta avevano ribaltato un primo accoglimento da parte del giudice di pace.

Gli episodi

I due casi sono stati seguiti entrambi dall’avvocato Piero Piersimoni di Sarnano: il primo risale alla notte del 25 marzo 2016, quando un uomo, alla guida di un’auto aziendale, ha investito un cinghiale mentre transitava lungo la strada provinciale 180, quella che collega Tolentino con Camerino; l’altro, invece, fa riferimento a un incidente causato da un capriolo investito da un uomo nella sera del 21 luglio 2017 lungo la provinciale 96, quella che porta da Pievetorina a Colfiorito.

Nelle sentenze di primo grado, da un lato il giudice di pace di Macerata accolse la domanda e liquidò in favore della società proprietaria del mezzo 1.950 euro oltre alle spese di lite, dall’altro il giudice di pace di Camerino fece lo stesso condannando la Regione a un risarcimento da 1.140,65 euro.

L’ente fece ricorso avverso entrambe le sentenze e il Tribunale, esprimendosi per entrambe nel 2021, le ribaltò: i due privati hanno torto, niente risarcimenti e pure il pagamento delle spese giudiziarie.

Le sentenze impugnate

I due privati però non ci stanno, impugnano le rispettive sentenze e portano i loro casi alla Corte di Cassazione. Che nelle scorse settimane ha pronunciato i suoi verdetti: bene avevano fatto i giudici di pace. In primis, la corte ha ribadito un principio generale: dei danni causati alle vetture da fauna selvatica deve rispondere la Regione, come già emerso da diverse altre sentenze analoghe che vertono intorno all’interpretazione dell’articolo n. 2052 del codice civile, quello che parla appunto di danni cagionati da animali. «Non è condivisibile l’affermazione secondo cui “il potere sulla fauna spetta allo Stato”, non alle Regioni – si legge nelle sentenze – alle Regioni la legge attribuisce il potere di “emanare norme relative alla gestione e alla tutela della fauna selvatica” ed è principio antico del diritto civile che l’attribuzione di qualsiasi potere comporta l’assunzione delle connesse responsabilità».

Ma c’è un punto ancora più rilevante: «secondo attendibili studi provenienti da associazioni del settore, e calcolando solo i sinistri stradali con danni alle persone, nel decennio 2012-2022 la fauna selvatica ha provocato 1.736 sinistri, i quali hanno causato la morte di 151 persone e il ferimento di altre 1.961: in pratica, un morto o un ferito ogni 38 ore – rileva la Corte – sicché, anche ad ammettere che la lettera dell’articolo 2052 del Codice civile possa dirsi ambigua sotto il profilo di cui qui si discorre, proprio per questa ragione deve essere preferita l’interpretazione che privilegi la tutela dei diritti fondamentali della persona alla vita ed alla salute, prevalenti su qualsiasi contrapposto diritto o interesse».

Il commento

«È importante sottolineare questa nuova sensibilità da parte della Corte – rimarca l’avvocato Piersimoni – anche perché ci sono migliaia di cause del genere pendenti in tutta Italia e la questione è sempre più rilevante, visto che gli animali si stanno avvicinando sempre di più alle strade. Ora i casi torneranno al vaglio del Tribunale di Macerata, ma alla luce di queste sentenze sarebbe sorprendente un nuovo ribaltone».

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