Serrande abbassate nei centri commerciali contro le chiusure durante i fine settimana

La commessa di uno dei negozi mentre chiude per protesta
La commessa di uno dei negozi mentre chiude per protesta
di Mauro Giustozzi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Maggio 2021, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 00:25

MACERATA - Saracinesche abbassate ieri mattina alle 11 nei centri commerciali di tutta Italia per protestare contro le chiusure nel weekend. Una serrata simbolica, di 10 minuti, che ha interessato anche le strutture della nostra provincia, eccezion fatta per il parco commerciale Corridomnia che non ha aderito all’iniziativa. Che invece è stata totale al Val di Chienti di Piediripa da parte dei 48 esercizi commerciali presenti nella galleria con lo slogan “Chiudiamo perché vogliamo riaprire. Il tempo è scaduto, le misure vanno revocate”. 

 

«Non sappiamo ancora quando potremo tornare a lavorare e stare aperti nei fine settimana – ha detto Gianluca Tittarelli, direttore del Val di Chienti -, sappiamo che c’è un’interlocuzione con il governo e speriamo che al più presto si sblocchi questa situazione che dura da 6 mesi. Serve un segnale forte perché la categoria dei centri commerciali è l’ultima ad essere considerata nonostante rappresenti un settore dove lavora tantissima gente nei negozi e nell’indotto. In questi mesi di chiusura nei festivi e prefestivi abbiamo gettato via il Natale, i saldi, la Pasqua, rischiamo ora di vedere vanificati i saldi estivi. La situazione economica è molto pesante, bisogna al più presto riaprire e vogliamo farlo nella totale sicurezza, come è sempre accaduto. Anche perché con i centri commerciali chiusi gli assembramenti si creano nei centri storici, nei lungomare e nelle vie delle città». L’adesione massiccia degli esercenti testimonia la difficoltà che attraversa questo settore che ha visto crollare di più del 50% il proprio fatturato. 

«Proviamo a dare l’ennesimo segnale contro queste restrizioni - dice Giorgio Gionchetti, direttore di Toys - a nostro avviso assurde nei weekend.

Adesso che si sta riaprendo un po’ tutto non comprendiamo perché noi no. Eppure i controlli sono stringenti, rispettiamo rigidamente i protocolli, ci sono ingressi contingentati. Nel rispetto delle regole chiediamo di essere messi alla stregua di tutte le altre attività commerciali riaperte». È univoca la richiesta che sale da chi lavora al Val di Chienti. «Vogliamo avere pari opportunità rispetto agli altri negozi – sottolinea Monica Serafini, titolare di Motivi -, se il sacrificio deve essere fatto lo devono fare tutti e non solo noi che siamo in questa struttura. Se invece chi lavora nei centri storici è aperto e noi no, siamo troppo penalizzati».

Sale anche dalla clientela la richiesta di poter fare acquisti anche nei fine settimana. «I colori delle zone hanno creato confusione nei nostri clienti, che ci telefonano per sapere se possono venire a fare acquisti o no – afferma Daniele Castelletti di Piazza Italia -. Chiediamo di riaprire anche per il rispetto di tanti lavoratori che sono in Cig». Serrande abbassate pure al Cuore Adriatico di Civitanova, con la direttrice Giulia Gamberini che ha letto il comunicato congiunto con le motivazioni che hanno portato alla protesta simbolica. Problematiche che in quest’anno di pandemia hanno prodotto la chiusura di diversi punti vendita, alcuni dei quali sostituiti. 

A Tolentino i negozi del Retail park hanno aderito al flash-mob delle saracinesche. «Abbiamo aderito alla protesta - dice Primo Costricini della parrucchieria Lux Hair – perché ci sentiamo discriminati rispetto agli altri colleghi che hanno il negozio fuori da un centro commerciale, dato che possono rimanere aperti nel weekend. Vogliamo al più presto essere aperti anche il fine settimana». Paola Garbini e Alessia Framarini di Unigross ribadiscono come «è una forma di protesta per farci riaprire il fine settimana perché queste chiusure ci hanno tolto molto. I clienti si lamentano perché dal lunedì al venerdì lavorano e possono venire a fare acquisti solo il fine settimana». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA