Macerata, mascherine ritenute non conformi: l'imprenditore Cleto Sagripanti finisce sotto accusa per truffa

Cleto Sagripanti
Cleto Sagripanti
di Benedetta Lombo
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Venerdì 16 Giugno 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 13:56

MACERATA «Mascherine chirurgiche non conformi alla certificazione», l’imprenditore calzaturiero Cleto Sagripanti accusato di truffa. A denunciarlo era stato il titolare della Farmacia Cairoli, Fabrizio Buglioni, che ieri si è costituito parte civile con l’avvocato Giancarlo Giulianelli (poi l’udienza è stata rinviata). 



Il difensore, l’avvocato Marco Pagliari: «Non c’è stata alcuna truffa, il reato non sussiste.

Dimostreremo la correttezza del suo operato». È finito ieri all’attenzione del giudice Federico Simonelli e del pubblico ministero Francesca D’Arienzo il procedimento a carico di Sagripanti, già presidente di Assocalzaturifici e Aerdorica, accusato di truffa. I fatti risalgono al periodo immediatamente precedente a giugno del 2020 quando a seguito della diffusione della pandemia da Covid 19 e dell’impennata di richieste di mascherine, queste erano diventate nel giro di pochissimo tempo praticamente introvabili.

L'accusa

Secondo la ricostruzione accusatoria – il fascicolo è del sostituto procuratore Rosanna Buccini – allo scopo di trarne vantaggio, dopo aver ottenuto dal farmacista un mandato di acquisto da un imprenditore cinese di mascherine chirurgiche da destinare alla vendita (nello specifico 40.000 mascherine al prezzo di 13.200 euro pagate in anticipo), non avrebbe informato il farmacista della circostanza che quelle mascherine non erano conformi alla certificazione Ce. Era il 30 marzo 2020 quando Buglioni pagò l’acconto all’imprenditore cinese, per poi pagare pochi giorni dopo la quota mancante.

La scoperta

Ma da quanto denunciato le mascherine avrebbero tardato ad arrivare, nel frattempo il farmacista scoprì che prima di lui un imprenditore settempedano aveva acquistato dallo stesso imprenditore cinese, sempre tramite Sagripanti, numerose mascherine che a suo dire avevano certificati non idonei. Nell’interrogatorio reso in fase di indagine da Sagripanti l’imprenditore aveva spiegato che non avendo competenze tecniche-normative né sulle mascherine né sui relativi certificati, si era limitato a fare da tramite in maniera del tutto disinteressata con l’imprenditore cinese che lui conosceva da tempo e che stimava.

Prima di mettere in contatto il farmacista con l’imprenditore cinese Sagripanti aveva avuto conferma che l’imprenditore settempedano (di cui Buglioni era cliente) aveva risolto i problemi con le mascherine e, tramite l’imprenditore cinese, aveva saputo che i rapporti commerciali erano proseguiti regolarmente dopo il 18 marzo di quell’anno.

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