Macerata, “Giustizia per Pamela Mastropietro”: in Cassazione striscioni e il fratello di Emanuela Orlandi

Macerata, “Giustizia per Pamela Mastopietro”: in Cassazione striscioni e il fratello di Emanuela Orlandi
Macerata, “Giustizia per Pamela Mastopietro”: in Cassazione striscioni e il fratello di Emanuela Orlandi
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Martedì 23 Gennaio 2024, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 14:11

MACERATA -  Uno striscione campeggia davanti alla Corte di Cassazione: “Giustizia per Pamela Mastropietro” e la foto sorridente della ragazza con una coroncina in testa. Oggi è attesa la sentenza del processo bis per la sola aggravante della violenza sessuale nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva all’ergastolo per aver ucciso e fatto a pezzi la 18enne romana. Amici e parenti sono qui insieme alla mamma della ragazza, Alessandra Verni, per chiedere la conferma dell’ergastolo. Dalla condanna o meno per la violenza sessuale dipende infatti il calcolo della pena e la conferma dell’ergastolo. “Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni“, si legge su uno striscione in piazza.

La mamma Alessandra Verni 

“Mi aspetto la conferma dell’ergastolo”.

Lo afferma Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, la 18enne romana che, allontanatasi da una comunità di Corridonia (Macerata), fu uccisa e i resti della quale furono ritrovati in due trolley nel gennaio del 2018, davanti alla Corte di Cassazione dove oggi si celebra l’udienza per la sola aggravante della violenza sessuale nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva per averla uccisa e fatta a pezzi. “Dopo tre gradi di giudizio, che hanno sempre confermato la violenza su Pamela, mi aspetto giustizia anche oggi”, ha continuato

Pietro Orlandi

A sostenere la mamma di Pamela in questa ultima tappa della vicenda giudiziaria anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa oltre 40 anni fa.“Era il minimo stare qui, essere presenti e dare solidarietà ad Alessandra, che è rimasta sola, abbandonata anche dai media”. Lo afferma all’Adnkronos Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa oltre 40 anni fa, che oggi è presente in Cassazione.

L'accusa

“La sussistenza della violenza sessuale si basa sulla prova logica”. Lo afferma il sostituto pg Maria Francesca Loy nel corso dell’udienza in Cassazione nel processo bis per la sola aggravante della violenza sessuale nei confronti di Innocent Oseghale. “La violenza sessuale è l’unico movente dell’omicidio”. Lo afferma Marco Valerio Verni, legale della famiglia di Pamela Mastropietro e zio della ragazza

La difesa di Oseghale

«Chiediamo di verificare se nella sentenza ci siano delle contraddizioni interne. E ci sono». Lo afferma l’avvocato Simone Matraxia, difensore insieme al collega Umberto Gramenzi, di Innocent Oseghale nel processo bis per la sola aggravante della violenza sessuale dopo la condanna, già definitiva, per aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si allontanò da una comunità di Corridonia (Macerata) e i resti della quale furono ritrovati chiusi in due trolley. «Il racconto dei giudici della Corte di appello di Perugia non è altro che un racconto di quanto loro stessi possono solo immaginare. Sono circostanze introdotte come certezze - continua Matraxia - ma che si fondano su pure congetture e immaginazione. Ancora oggi non riesco a capire come sia uscita fuori l’ipotesi per cui la ragazza pretendeva l’uso del profilattico - prosegue riguardo al movente legato alla pretesa di un rapporto non protetto - la Corte di Perugia va alla ricerca di un movente della violenza sessuale. Illogico e contraddittorio è il percorso argomentativo dei giudici di Perugia». L’avvocato Gramenzi aggiunge che la ricostruzione dei giudici della Corte di appello di Perugia “non ha né capo né coda” e ricorda che sono state sentite le persone che avevano avuto un rapporto sessuale con la ragazza prima di incontrare Oseghale ma “da qui a dire che il movente è stato un rapporto non protetto ce ne passa”. “Crediamo che la sentenza debba essere annullata” relativamente all’aggravante della violenza sessuale, conclude l’avvocato.

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