Fondi per i trasporti, Marche fanalino di coda. Gregori, ad di Contram Mobilità: «La Regione ora ne chieda conto al Ministero»

Fondi per i trasporti, Marche fanalino di coda, Gregori, ad di Contram Mobilità: «La Regione ora ne chieda conto al Ministero»
Fondi per i trasporti, Marche fanalino di coda, Gregori, ad di Contram Mobilità: «La Regione ora ne chieda conto al Ministero»
di Luca Patrassi
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Lunedì 12 Giugno 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 13:04
MACERATA «E’ giunta l’ora che l’amministrazione regionale vada seriamente a sbattere i pugni al Ministero per ottenere il giusto e sacrosanto riallineamento della suddivisione del fondo nazionale dei trasporti»: sono parole di Stefano Gregori e concetti espressi nel ruolo di amministratore delegato Contram Mobilità, consorzio che da parecchi anni gestisce la rete dei collegamenti pubblici nell’intero bacino provinciale maceratese. Un invito che nasce da una serie di considerazioni. «A breve termine - osserva Gregori - le aziende non saranno più in grado di erogare i servizi previsti ed ancor meno saranno in grado di continuare ad investire: dunque sarà inevitabile la riduzione delle corse e la riduzione della qualità dei servizi mentre si corre il rischio di default delle aziende con buona pace del trasporto pubblico regionale. Dall’ultimo quadrimestre del 2021 c’è stato un aumento esponenziale dei costi delle materie prime (gasolio, metano, energia elettrica) con ricadute devastanti sui bilanci aziendali. I rincari sono proseguiti per effetto della guerra in Ucraina e sono ancora oggi evidenti».  



Dati inquietanti sul fronte delle entrate quelli che indica l’Ad di Contram Mobilità Stefano Gregori: «I ricavi che derivano dal pagamento dei biglietti sono ben lontani da quelli del 2019, da quelli cioè prima del Covid.

E’ evidente che necessitano ristori da parte dello Stato, gli unici contributi pervenuti non hanno coperto integralmente nemmeno il fabbisogno del 2022: siamo stati lasciati da soli a farci carico dei costi. Poi si sono aggiunti gli oneri derivanti dal rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri». Le aziende comunque guardano al futuro: «Le imprese - spiega ancora Gregori - hanno continuato a fare investimenti in ottica di transizione ecologica, rinnovando il parco rotabile con mezzi a metano ed elettrici che sono più costosi di quelli a gasolio».

Biglietti bloccati

Costi in crescita e biglietti bloccati: «Le tariffe dei titoli di viaggio sono sostanzialmente bloccate da otto anni, nonostante l’inflazione. In molte regioni italiane ci sono stati diversi adeguamenti delle tariffe, lo hanno fatto anche le Ferrovie dello Stato. Bisogna attuare subito i tavoli tecnici per valutare la situazione dei contratti di servizio 2016/2019, poi quelli del periodo Covid fino ad oggi». Un elemento di valutazione lo offre il riparto della quota del fondo nazionale dei trasporti. Le Marche sono quelle che ricevono la quota per abitante minore rispetto alle altre regioni italiane, la spesa per abitante che lo Stato sostiene per le Marche è di 73,16 euro mentre Liguria e Basilicata ricevono il doppio e la penultima della classifica, l’Emilia Romagna, prende comunque dieci euro in più delle Marche. L’augurio delle aziende di trasporto pubblico del Maceratese è che la storia cambi con il governo Meloni. Insomma le aziende vogliono risposte chiare e veloci prima di arrivare a misure estreme che iniziano con il taglio dei servizi di trasporto.

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