Macerata, fare la spesa costa sempre di più: per il Codacons in Italia è seconda solo a Cosenza. Ecco le cifre

Macerata, fare la spesa costa caro: per il Codacons in Italia è seconda solo a Cosenza. Ecco le cifre
Macerata, fare la spesa costa caro: per il Codacons in Italia è seconda solo a Cosenza. Ecco le cifre
di Mauro Giustozzi
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Martedì 18 Luglio 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 15:56

MACERATA Solo la città di Cosenza precede quella di Macerata che si piazza al secondo posto in Italia. Un triste primato, visto che questa classifica indichi nel capoluogo di provincia la città dove l’inflazione alla voce alimentari, ossia i listini di cibi e bevande, sale molto di più della media nazionale. Dunque maglia nera per Macerata dai dati diffusi dal Codacons che, sulla base dei numeri sull’inflazione diffusi dall’Istat, ha stilato la classifica delle città più colpite dai rincari sul fronte dell’alimentazione. Mentre il tasso nazionale di inflazione scende al 6,4% a giugno, i listini al dettaglio di cibi e bevande schizzano alle stelle in numerose città italiane, con Macerata che si piazza al secondo posto con +14,1%, pari ad un aggravio di spesa di +767 euro annui per famiglia residente: per fare un confronto con le grandi città a Roma il rincaro è dell’11,4% e a Milano e Firenze del 9,9%. Macerata è preceduta dalla sola Cosenza che per la voce alimentari e bevande analcoliche, registra nell’ultimo mese un incremento dei prezzi del +14,3% su base annua equivalente ad un maggior esborso pari a +924 euro annui solo per cibo e bevande.


Le province


Ben 14 sono le province italiane che registrano per gli alimentari un tasso di inflazione superiore al 12% analizza il Codacons: nelle prime posizioni seguono al terzo posto a pari merito Rovigo, Ravenna e Grosseto con +12,8%, al quarto Benevento col +12,7% seguita da Livorno (+12,6%) mentre la provincia dove i prezzi degli alimentari crescono meno nell’ultimo mese è Catanzaro (+7,9%). Macerata regina per distacco nelle Marche rispetto ad Ancona che registra un incremento dell’11% ed Ascoli Piceno che si ferma al 10,8%. «Nonostante l’inflazione media sia in frenata nel nostro paese, i prezzi degli alimentari registrano ancora aumenti sostanziosi in molte città italiane – spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi –. Un danno per le famiglie, specie quelle residenti nel Mezzogiorno dove la spesa media per gli alimentari è notoriamente più alta, perché cibi e bevande rappresentano beni primari di cui i cittadini non possono fare a meno. Il governo farebbe bene ad intervenire adottando misure tese a calmierare i listini e combattere le speculazioni che si registrano nel comparto, e che contribuiscono a mantenere elevati i listini al dettaglio». In una precedente analoga rilevazione del Codacons sui rincari di alimentari e bevande legati ai listini al pubblico praticati da bar e ristoranti Macerata si era invece piazzata a metà classifica rientrando negli aumenti medi nazionali del +6,8% su base annua. 
 

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