MACERATA - Afflusso ridotto al pronto soccorso di Macerata da parte dei cittadini che, nel timore di incrociare pazienti Covid, decidono di non recarsi nel punto di primo intervento del capoluogo.
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Garantiti i percorsi “sporco” e “puliti” grazie al grande lavoro del personale ospedaliero mentre si mantengono a un livello di crescita non esponenziale i ricoveri dei pazienti infetti.
La situazione
«Negli ultimi giorni la situazione del pronto soccorso è caratterizzata da un accesso dei pazienti Covid con una crescita, fortunatamente, non esponenziale – ha spiegato il primario del pronto soccorso di Macerata, il dottor Emanuele Rossi -.
Il modello
«Nel complesso, il modello organizzativo messo in piedi dalla Regione e dall’Asur sta funzionando e ci auguriamo che i numeri dei ricoveri rimangano, in relazione all’emergenza pandemica, con una crescita lineare e non esponenziale – ha spiegato il dottor Rossi -. Al momento non registriamo contagi significativa a livello di personale ospedaliero grazie ai dispositivi di protezione individuale che sono garantiti e alle forniture che non sono soggette a carenze; la situazione è al momento sotto controllo». In relazione all’aumento della curva epidemiologica anche l’afflusso al pronto soccorso si è notevolmente ridotto rispetto ai mesi precedenti. «Credo ci sia timore da parte del cittadino di incrociare i percorsi con i pazienti Covid ma ovviamente la distinzione tra percorso sporco e pulito è assolutamente garantita – ha proseguito il primario del pronto soccorso -. Ovvio che la raccomandazione, nel caso di presenza di sintomi riconducibili al virus, è di non recarsi nelle strutture sanitarie pubbliche e nei punti di primo intervento prima di aver consultato il proprio medico curante. Proprio in tal senso i medici di medicina generale e con loro le Usca stanno dando un ottimo servizio a livello territoriale facendo fronte a grandi carichi di lavoro». «La speranza, in previsione dei prossimi giorni, è che i percorsi messi in piedi diano risposte sufficienti al fabbisogno dei pazienti infetti – ha concluso il dottor Rossi -. Se dovesse esserci un incremento della curva epidemiologica la direzione regionale dell’Asur dovrà, senza dubbio, prendere delle decisioni diverse».