I liquami nel torrente Fiastra causano il divieto di balneazione a Civitanova: indagano i Forestali

I liquami nel torrente Fiastra causano il divieto di balneazione a Civitanova: indagano i Forestali
I liquami nel torrente Fiastra causano il divieto di balneazione a Civitanova: indagano i Forestali
di Emanuele Pagnanini
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Martedì 27 Giugno 2023, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 13:33

CIVITANOVA  - Uno sversamento di liquami sul torrente Fiastra ha determinato un temporaneo divieto di balneazione nel tratto di spiaggia più meridionale di Civitanova. Pubblicata ieri l’ordinanza che vieta di farsi il bagno nella zona di prelievo dell’Arpam denominata “400 metri a Nord della foce del Chienti”.

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Interessa un tratto di spiaggia di 580 metri che va dalla spiaggia libera di fronte allo stadio fino a quella a Nord dello stabilimento Caraoles. 

Le concessioni

Tre le concessioni demaniali interessate: lo stabilimento Antonio numero 1, Raphael Beach e Caracoles. L’inquinamento riscontrato nelle analisi dell’Arpam riguarda liquami organici: superati i parametri di legge per quanto riguarda gli enterococchi intestinali. Prelievi che sono stati effettuati in maniera precauzionale, oltre che nell’area montana dello sversamento, anche alla foce del Chienti, di cui il Fiastra è un affluente. Dunque i liquami sono arrivati anche in mare, determinando il superamento dei valori limite dei parametri microbiologici. L’ordinanza rimarrà in vigore fino a quando le analisi dell’Arpa, che continuerà a svolgere gli accertamenti qualitativi sulle acque di balneazione, non risulteranno favorevoli. Fino ad allora nella zona ci saranno i cartelli che indicano il divieto di balneazione. Lo sversamento risale a venerdì scorso, 23 giugno. Diversi cittadini hanno segnalato un insolito colore marrone del corso d’acqua. Chiamate che sono arrivate ai responsabili di tre Comuni; Loro Piceno, Urbisaglia e Petriolo. I rispettivi sindaci, che si sono sentiti tra loro, hanno allertato i carabinieri forestali per verificare la situazione. Interessati quindi i tecnici dell’Arpam che hanno effettuato i prelievi in più punti del torrente. Non è stata comunicata la zona dove sarebbe stato effettuato lo sversamento né, al momento, sono stati individuati i responsabili. La natura dell’inquinamento, però, è chiara: liquami organici. Trattandosi di un affluente del Chienti, quindi, prelievi sono stati effettuati anche alla foce del fiume. L’area più vicina allo sbocco in mare è, come per tutti i fiumi marchigiani, interdetta alla balneazione in modo permanente (fino a 250 metri). Ma tracce di enterococchi superiori ai limiti sono state trovare anche nel tratto di litorale più a Nord. E per le tre concessioni balneari più il tratto di spiaggia libera, come indicato nell’ordinanza, è scattato il divieto di balneazione. 
L’ordinanza
Un’ordinanza che nulla ha a che vedere con le piogge e il maltempo delle scorse settimane.

Si è trattato di uno sversamento abusivo lungo il bacino idrografico del Chienti. E non c’entra neanche con l’altra discussa ordinanza che vieta di sedersi e sdraiarsi nel terreno attorno alla pista ciclabile del Chienti, derivante da un inquinamento pregresso dovuto a vecchie discariche. Ma lo stato di salute del fiume sembra costantemente sotto attacco.

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