Civitanova, il racconto di Centioni:
«Mi ha sparato, io sono fuggito»

I carabinieri
I carabinieri
di Chiara Marinelli
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Domenica 14 Maggio 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 13:46

CIVITANOVA - «Dopo che mi ha sparato, ho cercato di scappare con la macchina. Era un uomo con il volto travisato e con un accento dell’Est». Ha riaperto gli occhi, le sue condizioni di salute sono migliorate nonostante il delicato intervento a cui è stato sottoposto e ha parlato con i carabinieri della Compagnia di Civitanova Daniele Centioni, il noto imprenditore cinquantatreenne colpito alla nuca dal proiettile sparato da un malvivente giovedì notte.
Nella prima mattinata di ieri i militari hanno raggiunto il reparto dell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona, dove Centioni si trova ricoverato dalla notte dell’aggressione nella sua villa avvenuta per mano di un rapinatore che cercava la cassaforte. È questo, tra gli altri, uno dei dettagli forniti dal cinquantatreenne, che nella mattinata di ieri ha confermato agli inquirenti la versione che ha raccontato mentre gli operatori dell’emergenza sanitaria lo stavano soccorrendo nei minuti immediatamente successivi allo sparo. Seppure operato alla testa soltanto da poche ore, ha chiarito la dinamica precisa di come si sono svolti i fatti, ricostruendo passaggio dopo passaggio il drammatico episodio: dall’arrivo, intorno alle 23, nella sua villa dopo una cena con il fratello Francesco e la compagna, l’avvocato Paola Rosettani, fino al colpo di pistola e l’arrivo dei soccorsi, allertati dal fratello. 
Ancora non è chiaro quanti fossero i rapinatori, se uno o due. È stato uno solo, però, con il volto travisato ad avere il corpo a corpo con l’imprenditore. Forse un altro faceva da palo, nascosto nel buio. Secondo la versione fornita ieri, dal letto del reparto di terapia intensiva dove si trova dopo l’operazione, Centioni se lo è trovato davanti subito dopo aver parcheggiato la Toyota di colore nero che usa abitualmente, anche se è intestata alla compagna. Cercava la cassaforte il ladro-aggressore, che già prima del rientro a casa dell’imprenditore aveva fatto irruzione nella villa, rompendo un pezzo della persiana e mandando in frantumi il vetro della finestra dello studio al piano terra. Quando è stato sorpreso in giardino, il rapinatore ha trascinato Centioni all’interno della villa. Lo ha aggredito, sotto la minaccia di una pistola che già impugnava. Poi la colluttazione, come già emerso nelle prime fasi della ricostruzione, si sposta in giardino, sotto alle palme. A due passi dal cancello della villa. È durante questi concitati momenti che il bandito esplode il colpo di pistola, che centra la nuca dell’imprenditore. Difficile stabilire se il colpo sia partito in maniera involontaria oppure no. Fatto sta che il proiettile si è spezzato: da qui le schegge di ogiva, asportate nel corso del delicato intervento chirurgico. Poi la fuga del malvivente, o i malviventi, mentre Centioni rientrava nella sua villa e chiamava il fratello Francesco per chiedere aiuto.
L’imprenditore ha anche avuto la forza di provare a raggiungere da solo l’ospedale. Non ce l’ha fatta. È salito a bordo dell’auto, ma ha perso il controllo dopo un attimo e così ha deciso di rientrare in casa. Sanguinava, ma è sempre rimasto cosciente anche mentre arrivavano i soccorsi e i carabinieri.

Sulle campagne della Città Alta, nelle vicinanze della villa di Centioni, ieri si è alzato in volo il drone della Protezione Civile. Le indagini proseguono con il massimo impegno dei militari dell’Arma, che anche ieri hanno presidiato la villa e hanno controllato pure a piedi le campagne circostanti per una ricognizione ancora più ad ampio raggio. 

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